Custodita presso il Museo Archeologico Baglio Anselmi di Marsala la grande nave punica scoperta tra i fondali all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso.
Il prezioso reperto è l’unico databile al periodo punico, ed ascrivibile a quella popolazione dedica al quel florido e proverbiale commercio marittimo che era reso così famoso e produttivo proprio grazie alla tipologia di navi costruite, che si caratterizzavano per la loro struttura, i materiali utilizzeti, la grandezza, la resistenza e anche la velocità con la quale venivano progettate, costruite e messe in opera sui percosi del Mediterraneo, lungo i numerosi scali.
Conservata in pezzi smontati nel museo dal 1978, è visibile presso la restaurata struttura museale già dal 1999 in tutta la sua interezza. I resti dello scafo in esposizione sono lunghi circa 10 metri per una larghezza di quasi 3; si stima che originariamente, nella sua struttura intera e funzionante fosse lunga quasi 35 metri con un peso di 120 tonnellate, ospitando una settantina di vogatori.
Si pensa che si possa datare intorno al 241 a.C., divenendo preziosa testimonianza del periodo della Prima Guerra Punica.
Nella grande sala centrale sono esposti gli altri reperti ritrovati nei fondali, quali anfore, vasi e suppellettili, a finaco di un video esplicativo sul ritrovamento della nave e sulla sua struttura. Desta interesse anche la Tessera hospitalis, due mani che si stringono per sancire il patto tra un Punico e un Greco (del II sec. a.C.), e la Venus Pudica, statua romana del II sec. d.C. copia di un originale ellenistico.
La parte esterna è il grande parco archeologico di Lilibeo, antico nome di Marsala, che percorre l’Insulae Romane.
Carlo Guidotti (Articolo e foto)