Grande successo a Palermo per l’atteso spettacolo “Totò in Sicilia – Totò partenopeo e parte siciliano”, organizzato da “Il teatro di Ottavio” con il patrocinio dell’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana della Regione Siciliana.

A Palermo, nella sala Kounellis del Museo regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Riso, ha avuto luogo una serata dedicata al principe della risata Antonio De Curtis, in arte Totò, immortale attore di teatro, di cinema, poeta e autore di canzoni.

Del grande artista napoletano, nobile per animo e per discendenza, sono stati delineati i tratti umani ed artistici mediante interviste, esibizioni, proiezioni e testimonianze.

Ha introdotto lo show il piccolo Italo Bartolomeo Fucile che, sebbene la sua giovane età, ha già grande padronanza nella recitazione e nel rapporto con il pubblico.

Ha condotto la serata l’attore Ottavio Buonomo che, tessendo le fila della serata, ha riproposto le più famose canzoni scritte da Totò e spesso inserite in alcuni film. Ed ecco “Miss, mia cara miss” da Totò a Parigi, “Filumè”, scritta per Nino Taranto, fino all’indimenticata “Malafemmina”, cantata all’unisono con la platea tutta in un emozionante coro.

Ad alternarsi con Ottavio Buonomo, napoletano, l’attore Gianfranco Ponte, palermitano, proprio a suggellare il connubio Campania – Sicilia; Gianfranco Ponte, a fianco della soubrette Leda Scuderi ha interpretato celebri sketch estratte dalla corposa opera del grande Totò, fra cui “Il bel Ciccillo”, tratto da Yvonne la Nuit, “Pinocchio” da Totò a colori e “La cammisella” da Siamo uomini o caporali.

Nella seconda parte dello show l’esibizione cede il passo al dialogo con un talk a cui ha preso parte Elena Anticoli De Curtis, che ha ripercorso i tratti più salienti della vita personale e della carriera artistica del nonno, con tanti aneddoti e qualche prezioso inedito sulla sua vita. Elena De Curtis ha poi declamato alcune poesie fra cui “Si fosse n’auciello” e l’inedita “1957”. Tanti i dettagli professionali e personali svelati al pubblico, fra cui il rapporto con la famiglia, in primo luogo con la nonna e con la figlia di Totò, Liliana, mamma di Elena, a cui è stato dedicato un affettuoso applauso.

A seguire la testimonianza dello scrittore Giuseppe Bagnati, autore del libro “Totò – L’ultimo sipario” che ha raccontato dei retroscena poco noti relativi alla cecità di Totò, alla malattia e al rapporto con gli impresari.

A questo spiacevole episodio è dedicato il docufilm “A prescindere… Antonio De Curtis” per la regia di Gaetano Di Lorenzo e disponibile in dvd, in cui fra gli interpreti compare proprio Gianfranco Ponte.

Nel dibattito anche la testimonianza video di Massimo Benenato, figlio del grande Franco Franchi e il messaggio dell’attrice Gloria Paul, a fianco di Totò nel film “Totò Peppino e la dolce vita” e nel telefim “Don Giovannino” della serie “Tutto Totò”.

Ha chiuso lo spettacolo proprio Totò, con una proiezione di una sua intervista rilascaita a “L’approdo” nel 1966, in cui proprio dalla sua stessa voce apprendiamo la sua sensibilità e la sua vena poetica.

Numerosi sono i punti di contatto fra la figura di Totò e la Sicilia, e nello specifico tra Napoli e Palermo: il Principe nasce a Napoli il 15 febbraio del 1898, ma Anna Clemente, sua mamma, è proprio palermitana. Nell’arco della sua carriera ha magistralmente interpretato autori siciliani quali Nino Martoglio in “San Giovanni decollato”, e Pirandello in “La patente”, tratto da “Questa è la vita” e “L’uomo la bestia e la virtù”.  Sua poi l’interpretazione di un poetico pasoliniano Iago a fianco del grande palermitano Franco Franchi, suo propfondo estimatore. Ma uno dei legami più incisivi di Totò con il capoluogo siciliano è purtroppo connesso alla terribile tragedia occorsa al Politeama durante la rappresentazione della rivista teatrale “A’ prescindere” che avrebbe dovuto segnare il ritorno al grande teatro dell’attore ma ne fu purtroppo l’epilogo, Proprio sulle tavole del palcoscenico palermitano infatti Totò perse la vista e, divenuto ormai cieco, terminò lo spettacolo fra il delirio del pubblico che, non consapevole di ciò che fosse accaduto, lo inondava di scroscianti applausi e numerose richieste di bis.

Da quello spettacolo, era il maggio del 1957, l’addio alle scene teatrali, per dedicarsi, dopo tante difficoltose cure mediche, escusivamente al cinema, regalandoci i numerosi capolavori che ben conosciamo.

Al termine di “Totò in Sicilia” si è svolto il consueto incontro fra gli appassionati di Totò che si sono riuniti a cena per il “V Raduno Seguaci del Principe Totò”. Un grande appuntamento conviviale che si rinnova di anno in anno nel ricordo e nella straordinaria attualità di un immenso artista, fra i padri della recitazione comica e non solo, il grande Totò che, come abbiamo appreso, era “partenopeo e parte siciliano”.

Carlo Guidotti