Alla libreria “La stanza di carta” di Piero Onorato in via D’Alessi a Palermo, sino al 23 gennaio sono esposte le foto di Angelo Pitrone, il cui soggetto unico è la figura di Leonardo Sciascia. Il catalogo a corredo che porta lo stesso titolo della mostra “Leonardo Sciascia. Quasi guardandosi in uno specchio”, per Salvatore Sciascia Editore, porta la firma di Salvatore Ferlita e Nino Di Vita. La mostra, oltre ad essere un bellissimo omaggio alla figura dello scrittore racalmutese, può essere vista come un diario, una memoria di Leonardo Sciascia che nelle foto appare, oltre che in eventi ufficiali, nella inconsueta e non molto nota veste vacanziera.
Pitrone, agrigentino, fotografo apprezzato per la sua visione ad un tempo realistica e penetrante così come la fotografia vuole, espone ritratti di Leonardo Sciascia in bianco e nero, molti dei quali scattati presso la sua casa di villeggiatura, la Noce, nella campagna di Racalmuto sua città natale. Lo incontrò più volte tra il 1985 e il 1988, fin poco prima che morisse ed ebbe occasione di ritrarlo da solo o in compagnia di personaggi famosi, scrittori, attori, registi, fotografi quali Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino, Matteo Collura, Manuel Puig, Francesco Rosi, André Delvaux, Ferdinando Scianna ma anche insieme ai familiari.
Tra gli scatti molti lo ritraggono con in mano la sigaretta, sua insostituibile e immancabile compagna di sempre con il cui fumo condivise una vita tra il reale e il sogno e che spesso costituiva il diaframma tra la realtà e il pensiero.
Io lo ricordo nei pomeriggi invernali alla galleria Arte al borgo, dell’amico Maurilio Catalano, circondato da tanti amici coi quali si intratteneva in amabili conversazioni, lui piccolo, minuto ma di una elevata statura morale e di una capacità così penetrante nell’eviscerare i problemi, nel riconoscere, nel distinguere il bene dal male che lo faceva apparire un gigante. Senza retorica. Mai. E nei ritratti di Angelo Pitrone si ritrova Leonardo Sciascia nella sua essenza, nella sua semplicità ma anche nella sua grandezza, nel solco della fronte, tra gli occhi , nelle pieghe del volto, in quella sua aria severa con la quale, sembrava, volesse rimproverare al mondo, agli uomini, le ingiustizie, le menzogne, gli arrivismi, la perduta innocenza.
L’ultima foto del catalogo “Il giorno dei funerali di Leonardo Sciascia” ci ricorda ancora una volta la sua morte, la sua assenza. E il suo lasciare questa dimensione terrena ha avuto un’eco incredibile e non soltanto in Italia. Nel 1991 venne pubblicato “Ricordare Sciascia”curato dal giornalista Paolo Cilona con le note di Matteo Collura e Antonio Maria Di Fresco edito dalla Publisicula Editrice. Era una sorta di rassegna stampa di tutti gli articoli, dichiarazioni, testimonianze, messaggi, ricordi che vennero pubblicati in occasione della sua scomparsa, accompagnata da alcune foto, pochissime, e di natura essenzialmente giornalistica. Pitrone, invece, ci mostra uno Sciascia diverso, sì, in alcune istantanee è in veste ufficiale, ma in in quelle scattate nella sua quotidianità e semplicità, possiamo rivedere, grazie alla maestria del fotografo, uno Sciascia che definiremmo “a portata di tutti”. Insomma più che altro Nanà, come era amabilmente chiamato dagli amici intimi.
Sciascia, oltre che parlamentare, fu anche giornalista e sue collaborazioni videro la firma sul quotidiano palermitano L’Ora, sul Corriere della sera, su La Stampa, e anche su Malgrado tutto, piccolo giornale della sua Racalmuto. A trent’anni dalla morte, le foto di Angelo Pitrone ci restituiscono quel Leonardo Sciascia che ci piace identificare nell’ epitaffio che volle fosse posto sulla sua tomba: “Ce ne ricorderemo di questo pianeta”. E con Angelo Pitrone, ci piace immaginare di ricordare Nanà, quasi guardandosi in uno specchio.
Teresa Di Fresco