Ci ha lasciato Vittorio Zucconi, la sua penna ha formato una generazione di giornalisti. Aveva 74 anni
Vittorio Guido Zucconi era nato a Bastiglia, in provincia di Modena, il 16 agosto 1944. Suo padre, Guglielmo Zucconi, era giornalista e fu direttore della “Domenica del Corriere” e del “Giorno”. Si trasferì giovanissimo a Milano con la famiglia, dove studiò al liceo “Parini“. E’ qua che Zucconi scrive e dirige il giornalino “La Zanzara“, tra i suoi collaboratori c’è Walter Tobagi, che verrà ucciso dalle Brigate Rosse il 28 maggio 1980. Dopo essersi iscritto all’Università Statale di Milano ed essersi laureato in Lettere e Filosofia, intraprende nei primi anni Sessanta, la professione giornalistica iniziando, come cronista di nera, al quotidiano milanese “La Notte” per poi passare a “La Stampa“, per la quale diventa corrispondente da Bruxelles prima e dagli Stati Uniti poi. Per “Repubblica” diventa corrispondente da Parigi e, durante la Guerra Fredda, scrive per il “Corriere della Sera” da Mosca. Nel frattempo si era sposato con Alisa Tibaldi, che gli darà due figli, Guido e Chiara. Vittorio Zucconi è l’autore dello scoop relativo al caso Lockheed del 1976, l’affaire degli aerei comprati dall’Italia in virtù di tangenti concesse a ministri e generali e pubblica per Rizzoli il libro “I cinque cerchi rossi”. Torna alla “Stampa” come corrispondente del Giappone e pubblica il suo “Intervista col Giappone”. Nel 1985 si trasferisce a Washington in maniera definitiva, dove lavora come editorialista e corrispondente americano per “la Repubblica”.
Nel corso degli anni, concretizza la sua esperienza statunitense attraverso i suoi libri “Si fa presto a dire America” (Mondadori, 1988), “Parola di giornalista” (Rizzoli, 1990) e “Viaggio in America” (Rizzoli, 1993). Pubblica, per Mondadori, “Si fa presto a dire Russia“. Mentre continua la sua esperienza a “Repubblica”, scrive per Rizzoli “La scommessa. Cento ragioni per amare l’Italia” e lo scrive a quattro mani con il padre Guglielmo mentre per Einaudi scrive “Stranieri come noi. Storie, drammi e avventure di ragazzi come noi nel mondo di oggi“, un’antologia adottata nelle scuole medie come testo di lettura. Per le edizioni La Stampa scrive “Le città del sogno. Viaggio nelle metropoli americane“, mentre per Mondadori pubblica un’opera diversa dal solito: “Gli spiriti non dimenticano. Il mistero di Cavallo Pazzo e la tragedia dei Sioux“. Dopo aver scritto “Storie dell’altro mondo. La faccia nascosta dell’America“, “Storie da non credere” e “Le piazze dell’Europa“, nel 2002 Vittorio Zucconi ottiene la cittadinanza statunitense. Autore de “Il calcio in testa. Vivere con il vizio del pallone e guai a chi ce lo toglie” per Gallucci, e “George. Vita e miracoli di un uomo fortunato” per Feltrinelli, a partire dal 2007 insegna storia italiana contemporanea nel Vermont al Middlebury College, dove tiene corsi estivi di giornalismo per post laureati. Nel 2008, Zucconi pubblica per Mondadori “L’Aquila e il Pollo Fritto. Perché amiamo e odiamo l’America“, mentre nel 2009 è la volta de “Il Caratteraccio. Come (non) si diventa italiani“. Sempre nello stesso anno, viene nominato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Direttore di Repubblica.it, Vittorio Zucconi è autore di una rubrica su “D – La Repubblica delle Donne“. Dirige, inoltre, l’emittente radiofonica Radio Capital, per la quale cura “TG Zero“, trasmissione del preserale. Dopo una lunga malattia, Vittorio Zucconi è morto a Washington il 25 maggio 2019 all’età di 74 anni.
(Ro.G.)