Saranno 8 i lungometraggi che concorreranno nella sezione Nuove Visioni e 13 cortometraggi in competizione nella sezione Queer Short
Ai Cantieri Culturali della Zisa prende il via la nona edizione del “Sicilia Queer Film Fest”, in programma dal 30 maggio al 5 giugno. L’edizione di quest’anno presenta quasi 60 film per sette giorni di programmazione, con moltissime anteprime nazionali e assolute e oltre 20 ospiti internazionali che interverranno per incontrare il pubblico del festival.
Nel dettaglio saranno 8 i lungometraggi che concorreranno nella sezione Nuove Visioni e 13 cortometraggi in competizione nella sezione Queer Short. Fuori concorso, le opere della sezione Panorama Queer mentre per ciò che riguarda la sezione Presenze quest’anno sarà dedicata all’artista e cineasta Marie Losier. Come per le precedenti edizioni anche quest’anno saranno presenti le due sezioni dedicate alla storia del cinema, Retrovie italiane, dedicata al tema dalla luna nella speciale ricorrenza dei 50 anni dallo sbarco dell’uomo sul nostro satellite naturale, curato da Umberto Cantone, e Carte postale à Serge Daney. Per la sezione Eterotopie, ovvero allo sguardo sulle esperienze cinematografiche provenienti da luoghi lontano o non conosciuti, quest’anno avrà il suo sguardo puntato sulla Siria, terra di guerre e conflitti, in cui l’arte ed il cinema rappresentano ancora oggi delle terre di conquista e sperimentazioni. Organizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia Sede Sicilia, Eterotopie vedrà la partecipazione di tre rappresentanti di quella che si può definire una nouvelle vague siriana. Il regista Avo Kaprealian terrà una masterclass al Centro Sperimentale di Cinematografia, a cui farà seguito la proiezione del suo ultimo film Life=Cinematic Imperfections, presentato all’ultima edizione del Torino Film Festival. Costanza Quatriglio, Paola Caridi e Marta Bellingreri dialogheranno con Donatella Della Ratta a partire dal suo nuovo libro, Shooting a Revolution. Visual Media and Warfare in Syria, mentre sulla terrazza dell’Institut Français è previsto un incontro con l’artista e regista siriano (da anni residente a Berlino) Ammar al-Beik, che presenterà la sua trilogia siriana. La sezione si concluderà con la proiezione in anteprima nazionale del film Chaos (recentemente premiato come miglior film austriaco dell’anno) realizzato da Sara Fattahi, membro della giuria internazionale del Sicilia Queer 2019, che incontrerà il pubblico dopo la proiezione.
Quello che il “Sicilia Queer Film Fest” porta avanti nel corso dei suoi nove anni di attività è un lavoro di squadra fatto da persone che amano del cinema le opere meno commercializzate e lontane dalle grandi case di produzione ed in cui, accanto alla libertà di scoperta di nuovi linguaggi ed orizzonti artistici ed espressivi si dia voce a coloro che, ancora oggi, non riescono facilmente a trovare canali espressivi e comunicativi. L’etichetta, pertanto, LGBT che, tuttavia, uno dei tratti caratteristici di questo festival oggi viene arricchita alla volontà di dare spazio a tutto ciò che rappresenta la diversità. Valori, questi, che si sono respirati già in seno alla presentazione odierna e, come si legge dalla presentazione che ne hanno voluto dare gli organizzatori, “Sicilia Queer è in prima linea e si propone come una delle realtà che fanno da baluardo in un Paese che rischia di andare alla deriva; gli ultimi eventi che hanno visto ancora una volta Palermo inconsapevole protagonista dimostrano che l’esistenza di realtà che difendano un pensiero divergente, uno sguardo alternativo e non consensuale sono assolutamente indispensabili per mantenere dritta la barra sulla difesa di alcuni valori che hanno fondato l’Italia repubblicana, e che vanno non soltanto ricordati, ma esercitati attivamente. Un festival di cinema diventa allora un organismo che lavora come un’istituzione per ribadire con forza una non disponibilità all’involuzione, un’opposizione alla narrazione di un Paese che non rispecchia la società in cui viviamo”.
Sono molti gli autori che saranno presenti al “Sicilia Queer Film Fest”, e, accanto alle nuove firme vi saranno degli illustri ritorni: Carlos Conceiçao, Luca Ferri, Gabriel Abrantes, Gustavo Vinagre, Luis Miñarro.
Di particolare impatto il trailer, opera di Yann Gonzales e di Alain José García Vergara, sul cui contenuto citiamo le parole degli stessi organizzatori: “lavora sul found footage e guarda all’immaginario degli anni Novanta, in un crescendo evocativo che racconta il desiderio attraverso i corpi delle attrici di un cinema porno che precede la nascita del world wide web. Un trailer proibito, che rappresenta l’idea di queer di questi due nuovi autori del cinema contemporaneo”.
Per ciò che concerne, invece, la giuria in questa nona edizione sarà totalmente composta da donne note per il loro attivismo verso le tematiche legate all’universo femminile declinato nel mondo del cinema, della musica e dell’attivismo LGBT: Eva Sangiorgi (direttrice artistica della Viennale), Mykki Blanco (musicista e performer, Premio Nino Gennaro 2019), Aël Dallier Vega (montatrice), Sara Fattahi (regista), Mònica Rovira (regista e attrice). “Siamo contenti di essere riusciti a costruire un bando di respiro triennale per i festival, il luogo privilegiato per far affiorare le proposte per un cinema d’autore”, ha affermato Alessandro Rais ed alle sue parole si sono affiancate quelle dell’Assessore alle Cultura, Adam Darawsha “Palermo è una città che nel profondo della sua anima ha una sua parte queer e questo festival è un posto in cui veramente si riesce a cogliere il nuovo che vi è nel cinema; a tal proposito i Cantieri Culturali della Zisa sono il suo luogo d’elezione, adesso sono molto più accoglienti rispetto al passato”, ma aggiunge ancora l’Assessore rivolgendosi agli organizzatori, “il vostro è un festival per la città e non solo di nicchia”
“Io penso che il lavoro che fa il Sicilia Queer sia un lavoro istituzionale nel senso più alto della parola; quando noi costruiamo questo festival lo facciamo come un’istituzione che provi ad essere un luogo di ragionamento e di difesa di baluardi che non si devono smarrire”, afferma il suo direttore Andrea Inzerillo aggiungendo, inoltre, “questo Festival è ai Cantieri Culturali della Zisa da sei anni semplicemente per dire anche quanto scandaloso sia l’utilizzo del cinema De Seta; è grottesco, infatti, che ancora oggi sia utilizzato da pochissimi festival e che molto spesso non si possa utilizzarlo a favore del cinema perché impegnato in altro genere di eventi che col cinema non hanno a che fare. Sono questi dei punti da cui partire ma il primo principio da tenere presente è la naturale vocazione del De Seta, la promozione e diffusione della cultura cinematografica”.
Si parte, quindi, giovedì 30 maggio alle 20.30 al De Seta con un appuntamento interamente dedicato alla danza, un evento unico che vedrà la presentazione in anteprima mondiale di CliMax, un progetto interattivo, realizzato dai performer artist francesi Antoine Schmitt e Hortense Gauthier, che mescola immagini, suono e corpo e mette in scena l’amore tra una performer in carne ed ossa e una creatura digitale fatta di luci e musica elettronica. A seguire la proiezione del film Climax opera di uno degli autori più visionari, celebrati e controversi del cinema contemporaneo, il franco-argentino Gaspar Noé. Presentato alla Quinzaine des réalisateurs del Festival di Cannes 2018, uscirà nelle sale italiane il 13 giugno: è un film dionisiaco, lisergico, psicotropo, al limite tra follia, sogno e delirio che vede protagonisti un gruppo di danzatori professionisti, e una strepitosa colonna sonora anni ’90, con brani dei Daft Punk, Rolling Stones, Giorgio Moroder, Aphex Twin. Il festival si chiuderà, sempre al Cinema De Seta, mercoledì 5 giugno con la proclamazione dei vincitori e con la proiezione di Plaire, aimer et courir vite (2018), film tra i più celebrati della scorsa stagione che porta la firma di Christophe Honoré.