Nella Sala Mattarella (Sala gialla) di Palazzo dei Normanni a Palermo, si è tenuta, lo scorso 11 dicembre, la conferenza “Diritti umani e dialogo interculturale”; ha coordinato e moderato l’incontro la dott.ssa Simonetta Casa, past president del Lions Club Palermo Federico II con la partecipazione dell’On. Vincenzo Figuccia, Deputato Questore, e di Vincenzo Viscardi, Referente Lions 1ª Circoscrizione Relazioni interculturali. Sono intervenuti: Fabio Peserico, Vice Presidente SFI-VI (La S-coperta dell’Altro, una questione di sguardi); Michela Di Cintio, Direttivo Accademia Aretè (I diritti delle donne, il passato presente della classicità); Giulio Zennaro, Presidente ADEC e Direttivo CIRFDI (Il dialogo interculturale autentico, fondamenti essenziali); Michele Di Cintio, Presidente CIRFDI e SFI-VI (La concezione plurale della storia come fondamento per il dialogo interculturale). Comitato scientifico composto da Simonetta Casa, Loredana Tarallo, Vincenzo Viscardi, Francesco Corpora, Angela Monteverde, Letizia Passantino. Con la partecipazione dei licei palermitani Liceo Classico Statale “Giovanni Meli” e Liceo delle Scienze Umane ‘’C. Finocchiaro Aprile’’.
L’evento è frutto di una collaborazione tra Lions e Rotary di Palermo e Marsala e nello specifico tra Lions Club Palermo Federico II, in collaborazione con i Lions Club Palermo Host, Mediterranea, Leoni, Monte Pellegrino, e con Rotary Baia dei Fenici, Ars, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, Lympha, Sfi, Cirfdi, Leo, Ordine dei Medici-Chirurghi ed Odontoiatri di Palermo.
Diversi sono stati gli atti di saluto di alcuni ospiti con le seguenti tematiche: fare tesoro dei propri errori, valorizzandoli e trasformandoli in punti di forza; impegnarsi nella fedeltà verso l’uomo e costruire una fede o un’umanità vera e attenta; il valore della collaborazione e dell’impegno a tutela dei diritti di tutte le donne e gli uomini; il valore della storia e dei luoghi per comprendere le diversità e le integrazioni tra popoli. Questi i temi ricordati da Maurizio Stellino, presidente del Lions Club Palermo Mediterranea, da Mons. Michele Polizzi della Cappella Palatina, da Mariella Spagnolo, vicepresidente di Lympha, dal past president Rotary Baia dei Fenici Antonio Giunta, da Amedeo Rogato, in rappresentanza dell’Ordine dei Medici di Palermo, da Ibrahima Kobena, Presidente della Consulta delle Culture, e da Carlo Guidotti, giornalista ed editore di Ex Libris. La cultura, lo studio e l’apertura mentale sono elementi capaci di migliorare la qualità del funzionamento del proprio cervello, ha detto la dott.ssa Marika Tutino, neurochirurgo e past president di Lions Club Palermo Host.
Ad aprire i lavori è stata l’architetto Loredana Tarallo che ha spiegato il significato della scelta e della realizzazione dell’immagine presente nella locandina, realizzata prendendo ispirazione da un’idea di Leon Battista Alberti intorno al 1450 durante il papato di Niccolò V. Essa raffigura una piazza in cui si cerca di immaginare una globalità totale di una città racchiusa in pochi elementi, dove l’elemento centrale è rappresentata da una struttura molto simile a un tempio, che racchiude a avvolge il tutto. Nell’immagine non vengono identificate le persone appunto affinché ognuno di noi possa pienamente integrarsi con i luoghi e con la loro ricostruzione, rendendoli propri. È questo un invito all’impegno ad integrarsi con i luoghi nel rispetto della loro memoria e della loro più intima essenza.
A seguire Vincenzo Viscardi ha parlato del mondo Lions di cui è referente, come di una struttura internazionale formata da un milione e quattrocento soci su quarantanove mila club sparsi nel mondo. I Lions, e i Leo, aiutano milioni di persone con lo scopo di promuovere uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo, partecipare attivamente al benessere civico, culturale e sociale della comunità. Ciò che unisce nella rete dei Lions è la cooperazione e la collaborazione tra i singoli individui e tra le associazioni stesse. I Lions hanno svolto anche un ruolo determinante per i lavori della conferenza stesura della Carta costitutiva dell’ONU del 1945; dal 1947 il Lions Club è una delle organizzazioni non governative ancora presente e operante in tutto il mondo. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 10 dicembre del 1948, ha approvato la Dichiarazione universale dei diritti umani, dando luogo alla giornata dedicata ai Diritti umani che ricorre proprio ogni 10 dicembre, basata sul dialogo, pace e armonia tra i popoli, tematica che è sempre stata punto fondamentale nella filosofia associazionistica Lions.
“Chi è l’altro?” A questo interrogativo ha provato a rispondere Fabio Peserico ricordando che dentro l’alterità c’è l’identità e viceversa. Ogni io, ogni soggettività e ogni azione che questa soggettività produce, è determinata solamente all’interno di una relazione umana interpersonale, e l’azione unitamente alla relazione produce un’interazione, ossia un’azione “tra” individui. Nessuna soggettività è per se stessa e nessuna soggettività è esclusivamente e unicamente isolabile dall’altra. L’altro è quindi il costitutivo dell’io, io non sono l’altro, sono io, ma nello stesso tempo non esisto se non in confronto con l’altro.
Michela Di Cintio, nella sua relazione, passa in rassegna i duemila anni di cultura cristiana europocentrica e un millennio legato alla nascita della polis greca, segnalando come tutta la civiltà occidentale sia impostata, secondo la Di Cintio, su una dimensione unicamente maschile, ove il femminile appare come negativo o da non considerare. A sostenere questa tesi vengono proposti alcuni esempi di miti greci e di fatti storici ove l’uomo appare sempre in una posizione di predominanza e di superiorità.
Giulio Zennaro tesse un’argomentazione legata alla definizione di dialogo interculturale partendo dal concetto stesso di dialogo citando Popper e Abbagnano, cioè un conversare, un discutere, un domandare e rispondere tra persone associate dal comune interesse della ricerca della verità, ricercata già da Socrate nel suo dialogo veritativo, portato avanti da Platone ma minato nei secoli successivi da forze opposte che di volta in volta ridimensionarono la valenza del metodo socratico. Un esempio era la ricerca dell’utile, opposto alla ricerca della verità, da parte dei sofisti. La soluzione appare nella necessità di un dialogo forte per una verità forte che tenga uniti anche le minoranze e le forze deboli, trovando un accordo sul percorso di vita. Ad esempio è del Medioevo l’introduzione della tecnica della dialettica al fine di trovare la soluzione veritativa attraverso la contrapposizione e discussione di tesi opposte, arrivando a una verità comune. Così vengono approfondite le diverse sfaccettature del dialogo e del confronto, fino alla riflessione di Hans Jonas, autore del volume “Principio responsabilità”, secondo la quale, in questa responsabilità nata dal rapporto “io-tu”, vengono inseriti alcuni elementi mai inseriti prima. Fra essi vi è la relazione io-natura e io-ambiente, simboleggiato dall’archetipo del giardino, che vede al centro la valorizzazione dell’ambiente come la nostra casa, facendo nascere il concetto di “ecologia” e di “ambiente”. Altri autori citati sono Apel, Habermas e Harendt, parlando dei concetti di “genere”, di “azione”, di “agire comunicativo” e di “cittadinanza”, intendendo quest’ultima come una seconda nascita, una nuova nascita come cittadini mediante, appunto, il dialogo e un agire comunicativo.
L’intervento dell’On. Vincenzo Figuccia, questore dell’Assemblea Regionale Siciliana, è stato ben più che un saluto istituzionale; nel suo dialogo con i tanti ragazzi sono stati tanti i delicati focus quali i concetti di tolleranza, rispetto, bellezza e diritti. Diritto alla vita, diritto alla salute, diritto ad una vita dignitosa, questi i principali diritti condivisi con i ragazzi dall’on. Figuccia, che ha raccontato alcuni aspetti della sua recente visita ad una casa famiglia che, non senza commozione, hanno dato modo di aprire il dibattito a tante profonde riflessioni sull’uomo e sulla vita.
“Esiste una storia o esistono tante storie?” Questo è l’incipit dell’intervento conclusivo di Michele Di Cintio. Platone ci ha insegnato che tutto ciò che è coerente con norme di tipo razionale è valido anche sul piano del comportamento. “Provate a tradurlo in mandarino, in swahili, in cantonese, in inuit… non vi capirebbero perché sono altre storie. Ecco che capiamo come esistono tante storie. Ecco la forza, la bellezza e l’importanza della differenza: la diversità è differenza. C’è uno iato tra diversità e differenza: diversità fa pensare al latino deviare, differenza richiama invece il latino donare” ha detto Di Cintio. Non esistono civiltà uniche perché esse considerano la storia come un fenomeno unico scisso da tutto il resto. Esistono tante civiltà quindi tante storie, ed ecco un’altra provocazione: “chi sa parlare dell’Impero del Mali, del Grande Zimbabwe, delle civiltà Kikuyu, ossia la storia delle civiltà africane precolombiane. Oppure di fatti poco conosciuti come il Congo belga nella cui conquista si consumarono 12 milioni di morti, il doppio della shoah, o le vicende legate alla sopravvivenza delle tribù sioux del Minnesota. Poi ancora la dinastia Maurya, dinastia Gupta, dinastia Tang, ma anche sul versante europeo, la battaglia di Tannenberg del 1410”. Poi ancora le origini dei nomi Yucatan e di Canada o la struttura delle lingue, le nostre indoeuropee sono di tipo predicativo, quella cinese, ad esempio, è verbo-sostantivato, ha ricordato con degli esempi Di Cintio.
Il nostro piccolo mondo di conoscenze storiche è molto ristretto ma la consapevolezza della pluralità delle storie, delle culture e delle civiltà è la condicio sine qua non per poter fondare un autentico dialogo interculturale. “Noi siamo fondamentalmente storia, tutto ciò che ci appartiene e ci concerne è storia” così Michele Di Cintio ha concluso il suo intervento e rivolgendo un augurio ai ragazzi con due citazioni: la prima è tratta dal verso 542 da “I sette contro Tebe” di Eschilo: “L’importante non è sembrare ma essere”, l’altra è di Tashunka Uitko, il celebre Cavallo pazzo, condottiero della tribù Oglala Lakota -Sioux: “Una grande missione è necessaria e l’uomo che la sperimenta deve fare come l’aquila, che getta il suo sguardo nel blu più profondo del cielo”.
Prima del commiato numerosi sono stati i ragazzi dei due licei partecipanti a porre domande precise e pertinenti ai relatori, uno scambio di conoscenze e di curiosità intellettuali e letterarie per meglio comprendere insieme come comprendere meglio il nostro mondo e la nostra vita seguendo sani principi di finalità con l’obiettivo di essere sempre “capitani della propria anima” per costruire il futuro.