Ha aspettato tanto e finalmente è arrivato il giorno per celebrare il personaggio che ha amato, studiato, su cui ha preso tutte le informazioni possibili. E quale occasione più opportuna se non il centenario dalla nascita di Danilo Dolci per ricordarlo ai contemporanei? Figura emblematica, unica, speciale quella di Dolci, altrove e altrimenti definito il Gandhi di Partinico, lui originario di Sesana, oggi comune slavo, dal 1920 al 1947 italiano, ma trasferitosi in Sicilia per amore sì, non di una donna bensì di una terra, dei suoi abitanti, degli “ultimi” di questa isola tanto bella quanto offesa da noncuranza politica ma molto “ a cuore” alla mafia, alla povertà, alla voglia atroce di vederla affondare per renderla schiava. Nel libro di Giuseppe Maurizio Piscopo si trovano oltre a sue considerazioni, dissertazioni, notizie e quant’altro sulla figura di Danilo Dolci, testimonianze di chi gli è stato vicino nelle sue avventure e disavventure, nei suoi sacrifici – ricordiamo il carcere che lo vide ingiustamente all’Ucciardone – e nelle sue realizzazioni di progetti, dei suoi sogni. E tutto questo è ricordato nel libro.
Piscopo, il maestro di scuola elementare, come ci piace chiamarlo, ha voluto coinvolgere e dare spazio a tante altre voci – di amici e non solo – compresa quella del figlio di Danilo Dolci, Amico, col quale ha a lungo parlato del padre, incalzandolo con delle domande – da giornalista qual è – per sapere di Dolci come fosse come padre, lontano dai “digiuni”, dall’impegno politico, dalla sua vita insomma fra “gli altri” che non mise mai, neanche in famiglia, in secondo piano, perché un uomo come lui, non aveva due vite: una privata e una pubblica.
Il libro, con illustrazioni di Tiziana Viola-Massa e foto di Giuseppe Leone e Melo Minnella e alcune appartenenti all’archivio del Centro per lo Sviluppo Creativo “Danilo Dolci”, si avvale della sapiente prefazione di Salvatore Ferlita, ottimo interprete delle intenzioni e dell’animo dell’autore e della postfazione di Amico Dolci. Contiene anche, oltre all’ album di fotografie in bianco e nero, lo spartito musicale di “Spine sante”, trascritto da Gioacchino Zimmardi, omaggio a Danilo Dolci di Giuseppe Maurizio Piscopo. Per Navarra Editore, in libreria dal 10 agosto.
Una domanda è inevitabile leggendo il titolo del libro -davvero emblematico- Ci hanno nascosto Danilo Dolci: Perché? Ancora oggi disturba le coscienze di chi è assente in questa nostra Sicilia e nella stessa Italia? Allora ci sembra ancor più giusto il titolo che afferma una insopportabile verità.
Teresa Di Fresco