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Circa 120 metri quadri di coperte colorate realizzate ai ferri e all’uncinetto sono state consegnate nei giorni scorsi a Cristina Begni di Viva Vittoria, progetto nazionale che promuove il contrasto alla violenza contro le donne attraverso opere relazionali condivise. 

Per tutto il mese di novembre circa 2mila persone, tra studenti dell’Istituto Garbin e cittadini e cittadine, si sono incontrare per creare dei quadrarti in lana che contribuiranno a tappezzare piazza Vittorio Emanuele a Rovigo per dire NO alla violenza di genere il 10 marzo 2024. 

L’iniziativa che a Schio prende il nome di “Fili che uniscono” è nata proprio su proposta dell’istituto scolastico con l’intento di “lavorare” assieme per tessere le coperte che rappresentano simbolicamente l’impegno come società nel supportare le donne nell’uscita dai rapporti violenti attraverso legami, reti di aiuto e di solidarietà. «Oltre agli studenti e alle studentesse che hanno partecipato, decine e decine di persone di tutte le età si sono riunite in vari punti luoghi della città come la biblioteca civica, la casa albergo La Filanda e nelle sedi delle associazioni El Fogolare e Il Mondo nella Città per realizzare queste meravigliose coperte – spiega il vicesindaco, Cristina Marigo -. È stato un momento importante in cui abbiamo realmente “fatto comunità” attorno a una problematica che riguarda tutti, dalle istituzioni fino al singolo cittadino. Ora queste coperte sono in mano di Viva Vittoria e dopo l’installazione a Rovigo verranno messe in vendita e il ricavato verrà destinato ad associazioni impegnate nel contrasto alla violenza contro le donne. Seppur attraverso una forma simbolica di sostegno, siamo riusciti a fare qualcosa di concreto. La presenza dei ragazzi e delle ragazze del Garbin, poi, è stata significativa. Parlare di violenza di genere e rifletterne insieme fa parte di un percorso culturale di cui il mondo della scuola deve essere parte attiva».

E proprio durante la consegna delle coperte a Viva Vittoria è emersa l’idea di portare anche a Schio una grande installazione come quella “andata in scena” già in 35 città italiane tra cui Vicenza. La peculiarità dell’edizione “sceledense”, però, sarà il coinvolgimento degli istituti scolastici dell’area Campus.