La stagione infuocata dell’estate del 1949 vede nel suo corso moltissimi attentati, imboscate, agguati ed aggressioni aventi come bersaglio le istituzioni ed in particolare i componenti delle forze armate.
Tanti furono i militari, carabinieri e poliziotti, che perirono per mano mafiosa per aver disturbato, intralciato o contrastato i piani della malavita o semplicemente offesi al punto di pagare con la propria vita la colpa di essere dalla parte della legalità.
Il 2 luglio del 1949 è passato alla storia con la Strage di Portella della Paglia:
Alle 20,10 un camion della Polizia partiva da San Giuseppe Jato scortando il commissario Mariano Lando, direttore dell’ufficio “Settima Zona dei Nuclei mobili dell’Ispettorato generale di Ps per la Sicilia”, appena convocato d’urgenza a Palermo dall’ispettore generale Ciro Verdiani, il quale gli accennava ad una lettera anonima inviata al Prefetto.
Alle 20.30 l’automezzo raggiunge un tratto molto buio e con scarsa visuale quando, superata una curva, da uno slargo adiacente viene investito da una violenta scarica di mitra scagliata da gruppi di banditi appartenenti alla banda Giuliano appostati indietro le rocce circostanti.
Il camion si ribaltò sul fianco destro e da esso riuscì ad uscire ferito, ma vivo, il commissario Lando che, insieme agli altri sopravvissuti, tentarono una controffensiva sparando al buio contro gli aggressori che dopo circa mezz’ora di rappresagli fuggirono svanendo nella notte.
I primi soccorsi furono prestati grazie al transito di un camion privato che si trovò a passare da lì poco dopo le 21.00; su di esso furono caricati i feriti e condotti all’ospedale militare di Palermo intorno le 22.30.
Da quest’attentato rimasero feriti Giovanni Blundo di Scicli, e l’autista Carmelo Gucciardo di Agrigento; la stessa sera morirono Michele Marinaro, 26 anni di Cerignola, Carmelo Agnone, 21 anni di Scordia, Quinto Reda di 27 anni di Rogliano e Carmelo Lentini, 23 anni di Agrigento.
Dopo due giorni morì anche, per le ferite subite, Candeloro Catanese, nato nel 1920 a Villafranca Tirrena.
In questo strada, costruita intorno il 1830 al fine di collegare San Cipirello e San Giuseppe Jato al capoluogo siciliano, e più precisamente nella località denominata Portella della Paglia, si consumò quindi una delle prime significative stragi di mafia atte a colpire lo Stato, che avrebbe aperto una lunga e sanguinosa interminabile stagione; è doveroso oggi a sessantotto anni di distanza mantenerne viva la memoria.
Carlo Guidotti per Reference Post