È terminata oggi la serie di repliche della commedia “Spose consumate” scritta da Lavinia e Daniela Pupella e da Francesca Picciurro.
Sold out oggi pomeriggio al Teatro Sant’Eugenio di Palermo, che ha goduto negli anni della prestigiosa direzione artistica del compianto grande Maestro Mario Pupella, grande attore teatrale e cinematografico che proprio al Sant’Eugenio dirigeva la sua scuola di recitazione.
Sul palcoscenico Daniela e Lavinia Pupella, Iaia Corcione, Fabiola Arculeo e Francesca Picciurro, 5 donne per 5 personalità forti e deboli al tempo stesso. Trait d’union Leonardo Campanella, lo stilista Claude che, tra riflessioni e allegre disperazioni, proverà a sopravvivere al turbine sprigionato delle donne al suo fianco.
Nelle protagoniste vi è espresso tutto l’universo femminile, complicato ma leggero, pieno di difetti ma perfetto al tempo stesso, cinico ma amorevole, spregiudicato ma in fondo profondamente sincero.
Nelle loro sembianze ritroviamo la galleria psicologica dell’essere umano tutto, a ben guardare non solo quindi quello femminile; dalla ricerca della perfezione estetica con la magra, all’esatto opposto con la oversize, dalla delusa alla schietta fino a quella che vive la propria vita esclusivamente attraverso un post o una storia sui social, senza il quale non riesce nemmeno a immaginare se stessa.
In un susseguirsi di situazioni, di gag, e di esilaranti malintesi e colpi di scena, tra il vernacolo siciliano e quello partenopeo, con una punta di finto francesismo dello stilista Claude, tutti i personaggi si mettono a nudo, esplorando se stessi e scoprendosi tanto diversi l’uno dall’altro ma, in fondo, a ben guardare, tutti molto simili, con le loro debolezze, le loro incertezze, la forza e la sicurezza. L’atelier di moda si trasforma quindi in un grande, colorato e comicissimo caos dove le 5 damigelle attenderanno, fra una rottura e l’altra, la tanto attesa prova dell’abito per il matrimonio dell’amica comune.
A pochi giorni dalla Giornata Internazionale della Donna, un modo allegro, spensierato ma attento e profondo per parlare di comunicazione, di amicizia, di uomini ma, soprattutto, di donne.
Al termine dello spettacolo è stato ricordato, con un doveroso e commosso omaggio, il Maestro Mario Pupella.
Carlo Guidotti