Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata Internazionale della Giustizia sociale intende sottolineare, tra i molteplici aspetti a supporto della giornata celebrativa, la promozione della dignità umana nella complessa e depistante epoca di globalizzazione.
La Giornata mondiale della Giustizia sociale, celebrata annualmente il 20 febbraio, è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dell’ONU con la Risoluzione 62/10 del 26 novembre 2007 e il 10 giugno 2008 l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) l’ha adottata con l’obiettivo di garantire a tutti un lavoro produttivo e dignitoso, in condizioni di libertà, uguaglianza e sicurezza.
Il fine di tale giornata è quello di favorire la comunità internazionale nella lotta alla povertà, nella promozione di un’uguaglianza di genere, di un lavoro dignitoso per tutti e, in senso lato, di un benessere sociale.
Ogni anno, quindi, il 20 febbraio viene rimarcata l’importanza fondamentale dei temi di giustizia e equità rispettosi dei valori democratici di partecipazione, trasparenza e responsabilità.
Il tema di quest’anno è: Superare le barriere e creare opportunità per la giustizia sociale.
Secondo le Nazioni Unite la pace e lo sviluppo si perseguono lavorando per la giustizia sociale e rimuovendo tutte le barriere (razza, genere, età, religione, disabilità, orientamento sessuale) che le persone sono costrette ad affrontare e che costituiscono le tematiche dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Per l’ONU sviluppo e giustizia sociale sono imprescindibili e fondamentali per la pace e la sicurezza, e questi ultimi traguardi sono impensabili senza una politica a tutela dei Diritti Umani.
Pari opportunità, sicurezza, rispetto per i Diritti Umani sono essenziali per valorizzare il potenziale produttivo degli Stati. Per raggiungere tale obiettivo occorre certamente ridurre le profonde disuguaglianze esistenti tra le diverse aree del mondo.
Bisogna rafforzare la solidarietà globale e ricostruire fiducia nei governi, come si afferma nell’Our Common Agenda (OCA), recente rapporto nel quale Guterres, il Segretario Generale dell’ONU, afferma la necessità di un sistema di cooperazione globale.
Il bisogno di una concreta Giustizia sociale non deve diventare mero esercizio retorico, perché è al contrario un monito che arriva dalla storia, un testimone che ci passò la Rivoluzione francese affinché le condizioni sociali di tutti fossero tutelate.
Il modello sociale in cui viviamo presenta gap enormi da area ad area, contraddizioni e rischi di derive autodistruttive, ma contiene in sé gli strumenti per contrastarli.
Il CNDDU è convinto che solo il sostegno delle politiche pubbliche volte alla riduzione delle disuguaglianze estreme, alla lotta povertà zero, possa contribuire al benessere delle persone e allo sviluppo economico, sociale e umano.
E’ convinto, inoltre, dell’interdipendenza dei diritti umani con quelli politici, civili, economici, sociali e culturali: tutte le forme di diritto devono procedere di pari passo per il bene dell’umanità.
Sta certamente in primis ai capi dei governi non perdere il focus sulla questione al contrario rispondere responsabilmente a tutte le problematiche sociali per affrontare al meglio il presente e il futuro.
Sta certamente in primis a chi ha maggiore potere decisionale “scoprire ciò che è giusto e sostenerlo, ovunque si trovi, contro ciò che è sbagliato”.
E sta ovviamente a chi crede nell’uomo e nei suoi diritti, a noi tutti, guardare nella stessa direzione e sostenere, attraverso il sostegno del benessere collettivo, la Giustizia sociale.