Costruire insieme il futuro: “Servono maggiori competenze nelle pubbliche amministrazioni”
Siglato anche un protocollo di intesa con l’Anci – L’intervento del ministro Fitto.
Il 40 per cento delle risorse del Pnrr sono destinate al Mezzogiorno ma sono troppe le pubbliche amministrazioni che non hanno le competenze adeguate per occuparsi della progettazione. Confartigianato Imprese Sicilia dedica oggi la propria assemblea pubblica proprio al tema del Pnrr, con l’obiettivo di costruire insieme alla politica e alle amministrazioni, il futuro della Sicilia. Sono 10.195, per un importo di 16,6 miliardi di euro, i progetti (finanziati e non) registrati con il codice unico di
progetto (Cup) nel 2022 dai Comuni siciliani nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il dato è anche indice di vitalità della Sicilia in termini progettuali.
“La pubblica amministrazione del Mezzogiorno è il punto debole del Pnrr – ha detto il presidente regionale di Confartigianato, Daniele La Porta –. Da una ricerca della Fondazione con il Sud, emerge che i Comuni hanno poco personale, con un’età troppo elevata e con titoli di studio troppo bassi. Confartigianato oggi scende in campo, firmando anche un protocollo di intesa con l’Anci, per percorrere insieme un cammino di crescita che possa portare a uno sviluppo concreto del nostro territorio.
Confartigianato si pone come partner delle imprese e della pubblica amministrazione per favorire il dialogo e la partecipazione, fondamentali affinché gli obiettivi del Pnrr vengano raggiunti in tempo e producano reali effetti sullo sviluppo in un quadro di trasparenza e legalità. In questo percorso, vogliamo essere protagonisti”.
All’assemblea di Confartigianato Imprese Sicilia, che si è svolta questa mattina al nuovo Cruise Terminal del Porto di Palermo, un parterre di ospiti d’eccezione. Dai saluti istituzionali con Edy Tamajo e Giuliano Forzinetti, rispettivamente assessori regionale e comunale alle Attività produttive, a Leonardo Agueci per conto dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale, fino a Carlo Amenta, commissario Zes per la Sicilia Occidentale. A fare gli onori di casa, per il mondo Confartigianato, il presidente regionale Daniele La Porta, insieme al segretario Andrea Di Vincenzo. A livello nazionale, presenti il presidente di Confartigianato Imprese, Marco Granelli, il vice presidente Filippo Ribisi, il segretario nazionale, Vincenzo Mamoli. In sala le imprese guidate dai presidenti e dai segretari delle associazioni territoriali.
Momento importante dell’assemblea, anche il video messaggio di Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr. “Il governo ha intenzione di procedere non solamente nell’attuazione del Pnrr ma anche e soprattutto nell’obiettivo di riallineare le diverse programmazioni esistenti – ha detto il ministro –. Più che fare polemiche tra le forze politiche, cosa che a me non interessa, è necessario mettere un punto fermo e aprire una riflessione che possa portare a una programmazione adeguata rispetto alle esigenze di cui ha fortemente bisogno il nostro Paese e il Mezzogiorno in modo particolare. Con Confartigianato – ha sottolineato Fitto – ho tratteggiato le linee guida dell’azione del governo rispetto alla grande opportunità dell’utilizzo delle risorse del Pnrr e individuato e raccontato quella che è la strategia del governo che vuole mettere in campo rispetto all’utilizzo complessivo di queste risorse”.
Secondo il presidente di Confartigianato imprese, Marco Granelli, “il Pnrr deve esprimere l’ambizione di progettare e l’efficienza amministrativa di attuare rapidamente interventi di rilancio della competitività italiana, con il pieno coinvolgimento delle piccole imprese che rappresentano il 99 per cento del sistema produttivo italiano e di cui vanno sostenute la vitalità e la capacità di produrre valore artigiano”.
Nel corso dell’assemblea, è stato presentato il rapporto di Confartigianato Sicilia sul Pnrr in collaborazione con l’Orep. A declinarlo, Paolo Manfredi, responsabile progetto speciale Pnrr di Confartigianato Imprese. Il rapporto ha proprio messo in evidenza il tema legato alla mancanza di competenze nei Comuni siciliani. C’è una forte correlazione tra quantità/qualità delle risorse umane e capacità di utilizzare risorse straordinarie come il Pnrr. “I comuni del Mezzogiorno, almeno 34, sono nella parte bassa della classifica che sintetizza questo indice di performance – ha ribattuto Filippo Ribisi, vicepresidente di Confartigianato Imprese –. Occorre, certamente, che la Regione aumenti la capacità di progettazione reclutando professionalità adeguate per progettare e spendere le risorse del Pnrr, ma ci dispiacerebbe se questo si traducesse semplicemente in assunzioni non ponderate nella pubblica amministrazione. Quello che ci aspettiamo dalle istituzioni è che venga centrato appieno uno degli obiettivi principali del Pnrr ovvero l’eliminazione del divario territoriale Nord- Sud”.
Andrea Di Vincenzo, segretario di Confartigianato Sicilia, ha enunciato le cinque proposte della federazione degli artigiani e delle micro e piccole imprese, per favorire un migliore percorso in termini progettuali e attuativi del Pnrr. Ecco le 5 proposte: 1. Il Pnrr deve partire dalle persone; 2. Il Pnrr deve avere al centro le comunità e i comuni; 3. Il Pnrr deve utilizzare tutte le risorse; 4. Il Pnrr deve essere monitorato nell’evoluzione e semplificato nell’utilizzo; 5. Il Pnrr deve privilegiare il km zero. “Il Pnrr non è una maratona ma uno sprint – ha detto Andrea Di Vincenzo –. Dobbiamo costantemente monitorare, i dati devono essere pubblici. Occorre massima trasparenza. Ci devono essere dei momenti di confronto con gli stakeholder del territorio, di cui noi ne facciamo parte. È nostro diritto-dovere di conoscere la situazione e fare le proposte. La massima trasparenza è anche un pre requisito per garantire la legalità di tutta la gestione dei fondi. Motivo per il quale chiediamo anche che le gare d’appalto siano bandite a km zero, in modo tale da garantire un maggiore controllo affinché tutti i processi si svolgano nel pieno della legalità. Il km zero, inoltre, favorirebbe anche il lavoro delle imprese locali, il cui valore artigiano deve essere riconosciuto e valorizzato”