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Si è tenuto a Piazzetta Bagnasco, giorno 22 ottobre scorso, la conferenza dal titolo “Cervello e coscienza” tenuta dalla dott.ssa Marika Tutino, neurochirurgo, past president del Lion Palermo Host, quarto appuntamento in preparazione all’incontro con Federico Faggin previsto per il 29 ottobre al Teatro Massimo e che è stato anticipato da altri tre appuntamenti: “Tra formule e libertà: la matematica ci dice se siamo liberi?” a cura del prof. Di matematica Lugi Menna; “Coscienza e intelligenza artificiale” a cura del prof. Di IA e Robotica Antonio Chella; “Gli spunti filosofici della teoria di Faggin” a cura del prof. Di Filosofia Vincenzo Lima.

Il centro dell’approfondimento della dott.ssa Tutino ha il proprio focus nella congiunzione astratta e invisibile tra il cervello e la nostra coscienza, passando attraverso il pensiero, che è testimone della nostra stessa esistenza.

“Cogito ergo sum”, è il lascito cartesiano che diviene imprescindibile fondamento teorico per uno studio della coscienza che si può declinare in tre aspetti distinti quali la teoria materialista, la dualista e quella afferente al panpsichismo, quindi dalla realtà della concretezza, alle dissonanze tra anima e corpo fino alla coscienza che diviene presente e fondante in tutto il creato.

La trasmissione del pensiero, a livello medico, coincide con la trasmissione neuronale attraverso i neuroni e le sinapsi; a parte l’apparente difficoltà è possibile seguire tutti i contatti e i percorsi dei neuroni attraverso una complessa ma intellegibile via di comunicazione, che assume la connotazione di vera e propria “autostrada cerebrale”.

Noi siamo quindi quello che impariamo e siamo costituiti da un fitto insieme di connettori cerebrali altamente funzionali e performanti ma che oggi, purtroppo, non vengono sfruttati al massimo; abbiamo infatti demandato la nostra memoria ai calcolatori e ai computer al punto che si è registrata una riduzione generazionale del Qi di molti punti percentuali.

Successivamente la dott.ssa Tutino ha analizzato la struttura del cervello secondo il modello proposto da MacLean approfondendo poi la simbiosi tra visione e comprensione, individuando nella visibilità quasi un sinonimo di realtà; la percezione visiva diviene fondamento primario della realtà concreta. Con l’ausilio di alcune immagini – esperimenti, si è dimostrato come delle fotografie statiche appaiono misteriosamente in movimento mentre altre immagini nascondono, quasi impercettibilmente, altre immagini al proprio interno.

Le immagini quindi determinano delle interazioni dinamiche che azionano un meccanismo cerebrale di difesa e di autotutela che ha radici ataviche che risalgono al remote etnie che riconoscevano nell’ ”altro” un potenziale pericolo.

Nello studio del cervello è stato inoltre dimostrato che durante la preghiera, la meditazione o l’ascesi mistica, le onde cerebrali si attivano in maniera diversa; differenze sono state notate ad esempio tra i buddisti e le carmelitane a causa della diversa metodologia di preghiera e di riflessione. La spiritualità è quindi neuroprotettiva e l’incidenza di morte o di suicidio è inferiore.

L’ultima parte della conferenza è stata dedicata alla letteratura Obe e NDE, ossia Near Dead Experience, ossia una fase di pre o post morte già descritta dagli antichi egizi e che vede una numerosa serie di testimonianze di persone che vivono queste rarissime esperienze divenendo flussi di energia.

Siamo coscienza anche senza il nostro corpo, quindi, e nel cervello c’è traccia di tutto quello che facciamo e di tutti i nostri pensieri. La coscienza è un problema scientifico irrisolto e bisogna avere il coraggio di uscire dal nostro paradigma conoscitivo per assumere con libertà di pensiero nuovi stadi conoscitivi, senza cadere però nello scientismo. I cambiamenti richiedono tempo, un po’ come è avvenuto con la meccanica quantistica, che ha rivoluzionato i concetti precedentemente acquisiti.

Ci si avvia verso la conclusione con la certezza che badare alle cose assolutamente certe è riduttivo e presuntuoso; bisogna quindi pensare alle complessità del mondo soggettivo e alle spiritualità aprendo ogni orizzonte cognitivo.

“Se il tuo livello è alto, la realtà non ti basta” ha concluso la dottoressa Marika Tutino ricordando come noi “siamo un misto tra materia e spirito, carne ed energia e l’occhio non vede ciò che la mente non sa”.

Un particolare ringraziamento va alla Dott.ssa Tutino per aver provato a svolgere egregiamente l’arduo compito di spiegare il trascendente con l’immanente, la realtà con il pensiero, il cervello con la coscienza, come elementi dissimili ma formanti un unicum irripetibile che è ogni essere umano.

Carlo Guidotti