Ogni giorno siamo bombardati da infiniti messaggi pubblicitari che, superando i confini spazio-temporali, attraverso tv, radio, cinema, internet, social media, manifesti, ci raggiungono in ogni momento della nostra vita, mentre guidiamo, camminiamo, a casa, in vacanza, nel tempo libero. Nel corso del tempo, la pubblicità ha trovato svariati modi per insediarsi nella vita di ciascuno di noi. Al di là di una nostra piena consapevolezza, essa ci influenza facendoci adottare idee che non ci appartengono e spingendoci a prendere decisioni che crediamo siano state dettate dal nostro volere.
Ancor di più, inducendoci a consumare, rende il prodotto pubblicizzato veicolo di valori positivi, un vero “status symbol”, capace di assicurarci prestigio sociale, sicurezza emotiva, stima, bellezza.

Pubblicità, persuasione e manipolazione diventano decisamente termini inscindibili e interdipendenti.

Se da una parte la pubblicità mira a generare notorietà dei prodotti e delle marche pubblicizzati, dall’altra intende non soltanto persuaderci all’acquisto, ma vuol farci percepire la loro utilità come necessaria o vantaggiosa alterandone la rinomanza in modo positivo.

A tal fine, si avvale di diverse strategie che, attraverso la combinazione magica di suoni, immagini, parole e colori, vuole entrare nella dimensione affettiva del consumatore.

Gli studiosi R. Petty e J. Cacioppo, infatti, ritengono che la pubblicità, nel processo comunicativo, utilizzi prevalentemente, la “via periferica”, ovvero, quella che, attraverso aspetti esteriori e immediati degli spot, suscita un coinvolgimento emotivo nei propri destinatari.


Quali strategie di manipolazione risultano dunque più efficaci?


In primo luogo, è possibile citare la collaborazione con celebrità o personaggi famosi che, avendo un forte consenso sociale, sponsorizzano il marchio e lo fanno percepire adattabile alla vita ordinaria di un soggetto.

Un altro esempio, lo si può riscontrare nella vendita di alimenti da parte delle grandi catene di fast food.

Infatti, nonostante non siano prodotti di alto valore nutrizionale, la loro qualità e genuinità vengono edulcorate, rispettando le normative vigenti sull’etichetta.
Anche le offerte a tempo limite, risultano molto efficaci, in quanto mettono sotto una luce diversa un prodotto, dando l’illusione che la disponibilità sia limitata e rendendolo quindi più allettante, spingendo così le persone a comprarlo. Solitamente il tempo limite è accompagnato da uno sconto.
Le pubblicità invadenti sono le più fastidiose e per questo motivo riscontrano il minimo gradimento, ma sono quelle che ai giorni d’oggi funzionano di più. Essendo molto rapide non le teniamo in considerazione per lungo tempo e tendiamo a disfarcene il prima possibile, lasciando comunque una piccola traccia in noi.

Quali forme pubblicitarie risultano essere di tendenza e all’avanguardia rispetto ad una società che si trasforma rapidamente?

Sicuramente, oggi, molto diffusa è la pubblicità online, che utilizza la rete (siti web, e-mail, social network…) per veicolare messaggi di marketing promozionali ai consumatori. Ne sono esempi esplicativi le dirette Facebook, Instagram, video su tiktok.  Intorno agli anni ottanta, il marketing online ha inventato l’Astroturfing, cioè pagare utenti per la pubblicazione di recensioni positive false per pubblicizzare servizi o prodotti sul Web (Tripadvisor, Amazon, Yelp..)

Ma a riscuotere grande successo è soprattutto la pubblicità immersiva, che si serve delle nuove tecnologie, come i contenuti video interattivi, la realtà aumentata e la realtà virtuale, che consentono di estendere la realtà circostante oppure di creare un ambiente totalmente nuovo. Sfruttando un flusso continuo di immagini in movimento, accompagnate dalla musica, riescono a rafforzarne il messaggio implicito e a far vivere all’utente esperienze multisensoriali, rendendolo protagonista attivo dell’esperienza.  Non si guarda o si visualizza passivamente il contenuto, ma si interagisce con esso. Attivare più sensi è strategico, perché rende la manipolazione più efficace e aumenta le vendite.

Inizialmente l’uso di tali tecnologie è stato associato al mondo dei videogiochi, attualmente, invece, ha assunto un ruolo centrale in diversi settori: immobiliare, cultura, turismo, arredamento…. Le agenzie immobiliari propongono tour virtuali di appartamento in vendita, le agenzie di viaggio fanno immergere nei luoghi che si desidera visitare.

L’IKEA è stata tra le prime aziende a adottare la realtà virtuale per aiutare i clienti nelle scelte, in particolare, nella progettazione di cucine, potendole così visualizzare da diverse angolazioni, interagire con esse e apportare tutte le possibili modifiche.

 I giovani abili nell’uso di tali tecnologie e sempre immersi nel mondo dei social, possono essere considerati più a rischio dal sottrarsi alle strategie di manipolazione?

Si potrebbe considerare ancora attuale il pensiero di Marcuse, secondo il quale l’uomo ormai è ridotto a una sola dimensione, quella del consumo, che ci spinge a soddisfare bisogni non vitali, pensando di essere liberi nelle scelte, ma in realtà si tratta di una libertà fittizia, priva di spirito critico.

Ci si può difendere e tutelare dalla manipolazione?


Innanzitutto, bisogna imparare ad essere consapevoli delle proprie reali esigenze. Prendere l’abitudine di fermarsi a riflettere e a ragionare, così da avere una posizione più critica e autoconsapevole rispetto a tutto ciò che ci viene proposto da altri.

Daniel Lumera, esperto in management pubblico e privato per la gestione della fiducia, sostiene che, per proteggerci dalla manipolazione, bisogna sviluppare due abilità fondamentali: l’empatia per comprendere le vere intenzioni delle persone o delle cose con cui ci relazioniamo; il potere personale, imparare cioè a riflettere se gli altri ci vogliono responsabilizzare rendendoci autonomi e indipendenti nell’esprimere noi stessi..

Trua Flavio

Attività di Scienze Umane, Prof.ssa Gerlanda Marcella Vella – 2°S

Liceo Regina Margherita, Palermo