Martedì 28 novembre scorso si è tenuta la cerimonia per i festeggiamenti del centenario del prestigioso istituto palermitano S. Cannizzaro; l’evento è stato organizzato presso l’Aula Magna del Liceo che, gremita, ha accolto numerosi visitatori a fianco di studenti, docenti, ex professori ed ex allievi e le istituzioni. Durante la cerimonia è stato presentato al pubblico il plastico del grande edificio realizzato da Alberto Guidotti, alunno della IIIA, coordinato dal prof. Mario Basile del Dipartimento Disegno e Storia dell’Arte.
Nel novembre del 1923 veniva fondata una delle istituzioni scolastiche più antiche della Sicilia e che, sin dall’indomani della riforma Gentile sull’istruzione, è sempre stata un punto di riferimento per la formazione culturale, la didattica e la crescita di tante generazioni di giovani che lo hanno frequentato e che lo ricordano con affetto. Secondo Eduscopio, il Cannizzaro di Palermo si classifica tra le migliori scuole della città che avviano i ragazzi allo studio universitario e, secondo il Miur, è tra le migliori terze classi d’Italia. Nel 2017 è stata selezionata dall’Ordine dei Medici per un prestigioso progetto formativo.
Alla cerimonia, la prima di una serie di incontri tematici, hanno partecipato il Dirigente scolastico prof.ssa Anna Maria Catalano a fianco di illustri relatori quali il presidente della Regione Siciliana on. Franco Schifani, il Direttore regionale USR Sicilia Giuseppe Pierro e la Prorettrice dell’Università di Palermo dott.ssa Luisa Amenta. Al tavolo dei relatori anche lo scrittore Santo Piazzese, la prof.ssa Luisa Amenta, il prof. Roberto Zingales e il dott. Sperello di Serego Alighieri, discendente di Dante.
“Siamo orgogliosi che oggi festeggiamo i cento anni di una scuola che dimostra una giovanissima età; era il novembre del 1923, a seguito della riforma Gentile, finalmente si comprese l’importanza della scienza e delle scienze e, pur lasciando la vocazione liceale, fu istituito il liceo scientifico a Palermo”, ha detto la prof.ssa Catalano all’inizio della sua relazione. “L’Istituto Cannizzaro non è oggi una scuola elitaria o riservata a pochi ma una scuola aperta a tutte e a tutti” ha ricordato il Dirigente Catalano, sottolineando come anche le più diverse e difficili disabilità intellettive, anche gravi, sono accolte, incluse e integrate come giusto che sia. È ha aggiunto: “Questo è un liceo dove il l’italiano, il latino, l’arte, le scienze motorie, le lingue straniere hanno pari dignità, senza dimenticare anche le attività di canto, di musical, di teatro e di tutte le dimensioni che vogliamo sviluppare per formare cittadini e cittadine perbene e preparati. Dobbiamo imparare la solidarietà, la cooperazione, la pace, il restare insieme e dobbiamo formare persone; questo è ciò che conta. L’istruzione certamente sì, è fondamentale, però da sola non basta se non è affiancata dall’essere consapevoli di saper vivere in mezzo agli altri”.
Giuseppe Pierro, Direttore regionale USR Sicilia, ringraziando la preside e il pubblico, ha subito ricordato la felice rilevazione di Eduscopio: “Voglio in questa sede complimentarmi con tutta la scuola, dalla Dirigente scolastica alla dsga, a tutta la funzione amministrativa, ai docenti e agli studenti per questo grande risultato”. Nel suo intervento il dott. Pierro ha parlato della sfera personale e formativa dei giovani che è sempre di più affidata alla scuola; oggi sulle spalle dei docenti, e degli amministratori, grava una buona parte di responsabilità di far crescere i ragazzi come cittadini responsabili, ossia persone in grado di vivere bene la propria vita riconoscendo quale sia il proprio posto nel mondo. Nella parte finale della sua relazione il direttore Giuseppe Pierro ha ricordato che quando si riesce a creare un ambiente sereno e collaborativo per l’apprendimento si fa un gran passo avanti verso questo percorso di crescita dell’individuo, a cui si aggiunge l’indispensabile valore della commistione delle conoscenze.
A seguire l’intervento della prof.ssa Luisa Amenta, prorettrice dell’Università di Palermo che ha rilevato come su circa 370 alunni che annualmente conseguono il diploma, mediamente 280 o 300 si iscrivono all’Università, accolti così in una filiera didattica e formativa virtuosissima. “Oltre che agli auguri per tanti altri anni di vita per questa istituzione scolastica, c’è anche un ringraziamento forte che l’Università deve a questa scuola, perché se tanti studenti brillanti arrivano agli studi universitari è anche grazie a questa scuola”. La dirigente Catalano ha suggellato l’impegno e la collaborazione tra il Cannizzaro e l’Università, al fine di far conoscere e far comprendere ai propri studenti i contenuti offerti dall’Ateneo palermitano.
Successivamente ha preso la parola lo scrittore Santo Piazzese, autore di romanzi ed ex allievo dello stesso Liceo palermitano il quale ha commentato il piacevole dato statistico relativo all’impegno universitario degli studenti del Cannizzaro, facendo memoria degli anni della sua formazione che, successivamente, lo condusse al conseguimento alla laurea in biologia e alla carriera di ricercatore proprio presso l’Università, per poi dedicarsi alla scrittura di gialli e noir.
Ha raggiunto l’uditorio anche l’avv. Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana e anch’egli ex allievo del Cannizzaro che ha detto “Sono stati cinque anni bellissimi della mia vita e qui c’è un pezzo della mia vita. È questo un istituto fra i più prestigiosi della nostra città, di cui sono sempre stato fiero”. Nella sua relazione ha ricordato il compianto prof. Massimo Ganci, professore ordinario di Storia risorgimentale che incantava gli studenti con le sue indimenticabili lezioni. Nel suo intervento ha tracciato anche una parte della sua esperienza da liceale con grande affetto ed emozione. Sono tanti gli amici e colleghi del presidente, che è stato anche seconda carica dello Stato, che hanno fatto parte del Cannizzaro, una scuola “senza mai sbavature, esagerazioni o momenti fuori posto”, una scuola dove il giornalino d’istituto era curato, in quegli anni, da Felice Cavallaro, oggi giornalista del “Corriere della Sera”.
L’intervento successivo è stato dedicato a Stanislao Cannizzaro, chimico nato a palermo nel 1826 e morto nel 1910 a cui è intestato lo storico liceo. A tracciare il profilo biografico e scientifico dello scienziato palermitano è stato il prof. Roberto Zingales, curatore anche di un volume a lui dedicato. Cannizzaro nacque in via del Parlamento, fu battezzato nella chiesa di Sant’Antonio Abate ed è seppellito nel pantheon palermitano di San Domenico. Studiò presso il Convitto Carolino Calasanzio per poi iscriversi in Medicina; nel 1847 aderisce al movimento rivoluzionario ed è nominato ufficiale di artiglieria, viene eletto deputato nella circoscrizione di Francavilla e diviene segretario della Camera dei Comuni. Va in esilio a Marsiglia e, al suo rientro in Italia, è nominato professore di Fisica e Chimica e Meccanica presso il Collegio Nazionale di Alessandria. Nel 1853 darà vita a quella che passerà alla storia come “Reazione di Cannizzaro”, ossia la prima identificazione di un alcol della serie aromatica, pubblicata sulle più importanti pubblicazioni scientifiche dell’epoca. Poi la cattedra genovese in Chimica, il matrimonio e la pubblicazione de “Il Sunto” del 1858, un’opera mediante la quale Cannizzaro prova a far luce definitivamente ad uno dei problemi cruciali della scienza, ossia definire la differenza tra atomo e molecola e trovare un criterio oggettivo per l’assegnazione dei pesi atomici e molecolari. Rientra a Palermo nel 1860 e partecipa al Primo Congresso Internazionale di Chimica. Nell’ottobre del 1860 si avrà la riforma del sistema scolastico in Sicilia grazie al decreto legge Mordini – Ugdulena con il quale si estenderà anche alla Sicilia l’applicazione della legge Casati, e Cannizzaro si farà portavoce attivo di una serie di istanze migliorative per la gestione dell’insegnamento scientifico. Sarà Rettore, Consigliere Comunale, fondatore di una scuola serale per lavoratori, dell’Istituto Tecnico e della Gazzetta Chimica italiana e Commissario per la Salute pubblica dei lavoratori. Nel 1871 sarà Senatore del Regno d’Italia e insegnerà fino al 1909, un anno prima della sua morte avvenuta a Roma in via Panisperna.
L’intervento conclusivo è del dott. Sperello Di Serego Alighieri, discendente del sommo poeta Dante e astrofisico, che ha tessuto un affascinante intreccio tra scienza e letteratura, spiegando la cosmologia e cosmografia dantesca alla luce delle proprie conoscenze scientifiche in qualità di astronomo. Si dimostra come Dante abbia avuto una predilezione proprio per la scienza, e per l’astronomia in particolare, già leggendo il Convivio nel quale la scienza è “l’ultima perfezione” e l’astronomia e sopra tutte le scienze stesse”. Dante fu un genio medievale che riuscì a conoscere e a mettere insieme tutte le conoscenze dell’epoca sui diversi campi del sapere umano allora facente parte dello scibile; in particolare l’astronomia dantesca prende spunto dal sistema tolemaico secondo il quale la terra era al centro dell’universo e attorno ad essa giravano i vari pianeti e le stelle fisse. L’astronomia viene in particolare utilizzata nella Divina commedia per dare al lettore delle indicazioni relative al tempo, dando al suo viaggio immaginario una connotazione temporale ben definita. Citerà la Via Lattea, le macchie lunari, il plenilunio e la visibilità di Venere ad Oriente nella costellazione dei Pesci, indizi astronomici che ci portano a datare il viaggio verosimilmente nella primavera del 1301.
Con le parole di Dante termina questa prima sessione conferenza dedicata al primo centenario del prestigioso Istituto Cannizzaro di Palermo, intitolato al grande scienziato. “La scienza è l’ultima perfezione de la nostra anima, ne la quale sta la nostra ultima felicitade, tutti naturalmente al suo desiderio semo subietti”; “È questa (l’astronomia) più che alcuna de le sopra dette (scienze) è nobile e alta per nobile e alto subietto, ch’è de lo movimento del cielo; e alta e nobile per la sua certezza, la quale è sanza ogni difetto, sì come quella che da perfettissimo e regolatissimo principio viene”.
Carlo Guidotti