Presso l’Aula Magna della LUMSA, Libera Università Maria Santissima Assunta, il 27 ottobre scorso si è tenuto il convegno dal titolo “La violenza in un click. Profili sociologici, psicologici e giuridici del revenge porn”.
La giornalista Adnkronos Elvira Terranova intervista il sociologo Francesco Pira e la psicologa Carmela Mento, autori del libro che dà il nome al convegno, e che analizza il fenomeno del revenge porn da diverse prospettive cognitive.
L’evento è stato organizzato dall’Associazione Progetto forense, presieduta dall’avv. Marica Castello, a fianco del Club Lions Palermo Federico II, presieduto dalla dott.ssa Simonetta Casa, dall’Ordine degli psicologi della Regione Sicilia e dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo. Questo appuntamento è stato dedicato alla memoria dell’avv. Maurizio Gemelli, fondatore di Progetto Forense. Tra il pubblico anche numerosi e attenti studenti del “Finocchiaro Aprile” di Palermo.
Tra i delicati temi affrontati il revenge porn, di scottante attualità, ma anche il cyberbullismo, il Codice rosso, il consenso, la privacy e il diritto all’oblio.
Un intenso e imperdibile convegno a cui hanno partecipato anche la dott.ssa Giulia Amodeo, Magistrato della Procura di Palermo Tutela fasce deboli, il Maresciallo Maria Rosa Lupoli, Maresciallo Ordinario Comando Carabinieri Monreale, e l’avv. Maria Vittoria Cerami, vicepresidente Progetto Forense con delega alle Pari opportunità.
“Questo pomeriggio insieme” ha detto l’avv. Castello, “non è solo un momento di formazione per gli avvocati, ma di formazione dell’uomo, che deve passare attraverso la conoscenza e la sensibilizzazione”.
Il prof. Antonino Pulvirenti ha portato i saluti della LUMSA, ricordando alcuni principi giuridici fondamentali per meglio inquadrare le problematiche del consenso e dell’età del reo.
La dott.ssa Simonetta Casa, dopo aver portato i saluti del Governatore Daniela Macaluso, ha ricordato l’impegno dei Lions Club rivolto sempre alle emergenze sociali e alla tutela delle fasce deboli, con un particolare focus verso la prevenzione alla violenza di genere. Presente anche l’avv. Debora Sansone, delegata Lions Service “Proteggiamo le fasce deboli – Prevenzione contro la violenza di genere”, e l’avv. Piero Passariello, Presidente di Zona 1 Distretto Lions 108 Yb Sicilia.
In collegamento video l’avv. Gian Ettore Gassani, autore della prefazione e presidente dell’Ami – Associazione Matrimonialisti Italiani che ha segnalato quanto l’emergenza sociale che viviamo in questi ultimi anni sia una questione culturale assolutamente da attenzionare con estrema urgenza, prestando massima attenzione al mondo dei social, che diventano, giorno dopo giorno, terra di nessuno. Oggi, ha rilevato l’avv. Gassani, non ci si limita più alla gravità della condivisione di foto o video intimi, bensì, come da ultimi casi segnalati, anche alla condivisione di video riservati addirittura in videochiamata in diretta; ciò testimonia quanto l’asticella del pericolo si stia terribilmente alzando.
Non è soltanto inasprendo le pene che possiamo pensare di risolvere un problema così grande, ha continuato il giurista, ma è necessario soprattutto insegnare ai ragazzi, sin da quando sono molto piccoli, il rispetto verso le donne: questo è l’aspetto principale. Fra i problemi vi è anche la scarsa connessione fra le forze internazionali di polizia postale e l’attenzione da parte delle famiglie che spesso non operano il loro ruolo di controllo e di educazione.
Questo deve essere il nostro impegno, che deve contrastare e demolire concetti purtroppo radicati nella nostra cultura che, nel recente passato, ha concepito concetti e norme quali il “matrimonio riparatore” o il “delitto d’onore”.
Carmela Mento, professoressa associata di Psicologia clinica presso l’Università di Messina, coautrice del volume, ha sottolineato come ogni progetto e ogni incontro su questi temi debba essere fatto con la presenza e l’ausilio di una triade insostituibile composta da docenti, genitori e studenti. Raccontando qualche caso di violenza psicologica, ha spiegato come sia importante lavorare sull’impostazione critica dell’uso dei social network e dei messaggi, soprattutto puntando alla prevenzione e attenzionando per tempo quella che potrebbe essere una relazione interpersonale non sana, o sana solo apparentemente o unilateralmente.
Fare chiarezza su questi temi è fondamentale facendo capire quanto sia pericolosa la leggerezza con la quale spesso si inviano o si postano foto in abbigliamenti succinti o, talvolta, anche senza indumenti. Questa è una grande sfida, il potenziamento critico nell’uso dei social, delle immagini e delle chat, dietro le quali possono annidarsi anche messaggi perversi di adescamento.
L’invio di una foto è irreversibile, e l’utente non potrà mai sapere il viaggio che essa farà nel mondo del web, e se mai potrebbe ripresentarsi giorni, mesi o anni dopo, come una terribile minaccia o violazione della nostra intimità, proprio quando, ormai, ci si era anche dimenticati di questa immagine.
Francesco Pira è sociologo e professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Messina ed esperto di comunicazione digitale.
Da anni si batte per parlare di violenza sulle donne e sulle dinamiche e sulle criticità della comunicazione e recente è il successo del libro “Figli delle app”. Nel suo intervento punta l’attenzione su due punti fondamentali: l’estrema divisione netta sugli aspetti valoriali della nostra società e il fatto che in Europa siamo i primi per diffusione di fake news, facendo in modo che i social network siano diventati i principali erogatori di notizie consultate dalla popolazione.
“La comunicazione sta andando pesantemente fuori controllo” ha detto Pira. Sta accadendo qualcosa di molto devastante; basti pensare che si sono rilevati casi in aumento nonostante l’entrata in vigore della legge sul revenge porn, nonostante il codice rosso e anche dopo la legge sul cyberbullismo; c’è quindi veramente un impatto culturale, sociologico e antropologico da attenzionare. Spesso la causa del problema viene riscontrata purtroppo nei genitori che soffrono della cosiddetta “adultescenza”, ossia adulti che vanno amichevolmente in competizione con gli adolescenti, figli compresi, perdendo quel ruolo di educatore che, venendo meno, lascia un vuoto incolmabile nella crescita del ragazzo.
La dott.ssa Giulia Amodeo ha relazionato sui danni fisici e psicologici inferti alla vittima di revenge porn, perché proprio la gravità della diffusione di questi contenuti online viene effettuata mediante piattaforme che spesso risiedono in paesi fuori dall’Unione Europea, rendendo sempre più difficile il tentativo di bloccarne la divulgazione. A questo si aggiunge l’impossibilità di individuare tutte le piattaforme web coinvolte. Poi il magistrato ha ricordato il caso emblematico di Tiziana Cantone, suicidatasi nel 2016 dopo aver assistito alla diffusione di suoi video pornografici amatoriali. Il magistrato ha sottolineato come purtroppo la condanna del colpevole o il risarcimento non fa recuperare pienamente il danno, generando una tutela assolutamente parziale. Un’altra cosa da rimarcare, ai sensi del Codice penale, è che il soggetto filmato deve esprimere espressamente il consenso sia alla produzione che alla divulgazione dei contenuti intimi; non basta quindi il silenzio, in quanto quest’ultimo non vale come assenso; il silenzio, quindi, non può essere inteso come un’accettazione implicita o consenso alla trasmissione.
Il Maresciallo Maria Rosa Lupoli ha spiegato le criticità del particolare rapporto che si instaura con la vittima durante le diverse fasi del dialogo e ha spiegato che all’uopo è stata creata un’organizzazione molto attenta e capace di creare un contesto favorevole alla libera e aperta discussione con la vittima che, spesso, è restia a raccontare l’esperienza subita.
L’avv. Maria Vittoria Cerami ha invece commentato i recenti fatti di cronaca sotto l’aspetto giuridico e umano, rivolgendosi accoratamente ai ragazzi presenti spiegando gli articoli del codice relativi alla creazione, diffusione e inoltro di immagini e video riservati.
Un excursus tra il dolo specifico e il nocumento, attraverso ferite insanabili e dolori incancellabili nella mente e nel cuore della vittima. Il concetto principale rimane quello del consenso: esso è fondamentale in tutte le circostanze che riguardano il rapporto di coppia: esso è necessario sia prima, che durante il rapporto, anche in regime di matrimonio o in stato di ebbrezza.
Il convegno volge verso la fase conclusiva e la dott. Simonetta Casa ha fatto una profonda riflessione sull’affettività e su un percorso formativo effettuato durante il periodo del covid e continuato anche successivamente e che ha avuto come protagonisti ben quaranta ragazzi che si sono aperti e che hanno rilasciato i loro pensieri e le loro preziosissime testimonianze; riflettere quindi sull’affettività è sicuramente uno strumento insostituibile per approfondire e comprendere meglio queste tematiche sociali.
A concludere il convegno la riflessione dell’avv. Marica Castello che ha puntato l’attenzione sull’odierna necessità dello stare sempre connessi e sempre pronti a collegarsi sul web, avendo costantemente il cervello impegnato sullo smartphone, al punto di perdere la consapevolezza del bene e del male fino a considerare un gioco o un divertimento ludico quello di filmare scene di atroce violenza. Un messaggio è stato rivolto anche nei confronti dell’importanza del ruolo degli amici più affiatati, che possano supportare le vittime restie alla denuncia, per paura di ritorsioni, di essere derise o ancora di essere dichiarate colpevoli della loro stessa violenza.
Tra tante riflessioni, dubbi, propositi e speranze termina un convegno formativo che ha visto come punto focale il volume firmato da Francesco Pira e Carmela Mento, saggio interdisciplinare nel quale trovare preziose indicazioni e che apre alla riflessione e all’approfondimento una grave emergenza sociale spesso protagonista della nostra cronaca.
Carlo Guidotti per Referencepost