La richiesta all’assessore Aricò, presentato un report con le criticità delle Costruzioni
Caro prezzi, alto costo del credito e il settore chiave della ripresa inizia a vacillare
Misure per i piccoli con la valorizzazione delle micro realtà per quanto riguarda i lavori e le manutenzioni nel campo dell’edilizia. Un modo nuovo di operare per dare ossigeno ai piccoli imprenditori. È stata questa la richiesta di Confartigianato Sicilia ed Anaepa Confartigianato Edilizia Sicilia all’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, ospite nella federazione regionale in occasione dell’iniziativa “A colloquio con…”. Un momento di confronto partendo anche dai numeri del sistema casa, illustrati in uno studio realizzato dall’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia. Un rapporto dal quale emergono anche prezzi delle materie prime alle stelle, costo del credito ormai insostenibile, e l’edilizia che finora ha tenuto, inizia a mostrare deboli segnali di cedimento. Nonostante ciò resta comunque il più rappresentativo settore del recupero post pandemia registrando un più 48% di crescita sul fronte occupazione.
“Accendere i riflettori sul mondo delle Costruzioni – ha detto Matteo Pezzino, presidente di Anaepa Confartigianato Edilizia Sicilia – significa dare il giusto valore a tutte le aziende dell’indotto, dagli impiantisti ai serramentisti a tutti gli artigiani che ruotano attorno al sistema casa. Sono imprenditori che nell’ultimo anno, dopo la bolla Superbonus, si sono trovati a fronteggiare l’emergenza dei crediti incagliati. In base a uno studio che ha realizzato sempre l’Osservatorio economico, 130 mila euro è l’importo medio dei crediti incagliati per impresa. La Regione nei mesi scorsi avrebbe dovuto stanziare delle somme per sostenere queste imprese. Un provvedimento questo che ci auguriamo avvenga nel più breve tempo possibile e soprattutto che avvenga mettendo il budget a disposizione proprio delle piccole imprese”.
“Abbiamo bisogno di una politica attenta alle esigenze di più piccoli – ha aggiunto Daniele La Porta, presidente di Confartigianato Sicilia rivolgendosi all’assessore Aricò –. Il nostro mondo è fatto da artigiani, micro e piccole imprese. Noi chiediamo con forza provvedimenti ad hoc, misure piccole pensate per i piccoli. Sembra un gioco di parole ma in realtà è proprio quello che si cuce addosso al nostro sistema. Dobbiamo fare girare l’economia di un settore che, come dicono i numeri che abbiamo oggi presentato, ha fatto da traino al recupero post pandemia, giocando un ruolo indispensabile per la nostra Isola. La Sicilia è la prima regione d’Italia per migliori performance di occupazione e creazione di ricchezza nelle Costruzioni”.
“Uno degli obiettivi di questo governo regionale è quello di valorizzare il mondo delle micro e piccole imprese e degli artigiani in Sicilia – ha detto l’assessore Aricò –. Certamente in questo ambito il settore dell’edilizia e del relativo indotto riveste un ruolo fondamentale. Pertanto, interverremo con misure concrete di sostegno sia sul versante amministrativo che su quello legislativo e monitoreremo con grande attenzione l’iter nazionale che porterà allo sblocco dei crediti incagliati. Nelle politiche della casa daremo priorità alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente invece che al consumo di ulteriore suolo. Inoltre particolare attenzione sarà rivolta all’edilizia destinata a giovani coppie e anziani”.
IL REPORT
Ma ecco nel dettaglio cosa emerge dallo studio realizzato dell’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia. Andiamo con ordine, analizzando prima le criticità, ovvero l’incremento dei prezzi delle materie prime e l’aumento del costo del credito.
MATERIE PRIME. È la fabbricazione di minerali non metallifere (vetro, ceramica, cemento, etc.) il comparto manifatturiero che ad aprile 2023 registra l’incremento più ampio dei prezzi alla produzione (+13,9%), trend in rallentamento rispetto al mese precedente (+17,1%).
COSTO CREDITO. Altro segnale di debolezza è determinato dall’aumento dei tassi da parte della Bce, l’ultimo di 25 punti base, che sta alzando il costo del credito.
A dicembre 2022, ultimo dato disponibile a livello regionale, il tasso applicato alle imprese siciliane delle Costruzioni si attesta al 6,89%, il 4° più alto nel ranking nazionale e superiore rispetto a quello rilevato per gli altri settori: Manifatturiero esteso (4,68%) e Servizi (6,14%). Inoltre, rispetto a giugno 2022, si osserva per le Costruzioni un incremento di 122,3 p.b. il più alto rilevato tra i settori: Manifatturiero esteso (+111,9 p.b.) e Servizi (+121,1 p.b.).
L’EDILIZIA CRESCE MA IL SETTORE INIZIA A VACILLARE. Nel contesto attuale caratterizzato da alta inflazione e da una vigorosa stretta monetaria, l’edilizia inizia a mostrate alcuni segnali di cedimento. La produzione nelle Costruzioni a febbraio 2023 registra il primo calo tendenziale dal 2021 (-0,1%) che si amplia il mese successivo (-3,4% a marzo 2023). Nonostante ciò il dato di marzo 2023 resta sopra al dato medio 2019 del 31%.
GLI INVESTIMENTI. Le Costruzioni rappresentano il settore traino del recupero post pandemia: gli investimenti in costruzione, in particolare, risultano decisivi per il recupero dopo lo shock pandemico. La performance degli investimenti del settore in Italia risulta migliore di quella rilevata per il resto dell’Eurozona. Sono infatti gli investimenti in costruzioni del nostro Paese a sostenere tutta la crescita in UE. In questa fase di risalita la dinamica del valore aggiunto del settore 2019-2021 segna in Sicilia un +27,5%, la migliore tra quelle registrate dalle regioni italiane.
IL SUPERBONUS. La messa in campo di bonus, uno tra tutti il Superbonus 110%, rappresenta una delle principali cause delle buone performance del settore: a maggio 2023 in Sicilia ammontano a 4,8 milioni di euro gli investimenti ammessi a detrazione, di cui 3,7 milioni per lavori conclusi (78,0%). L’ammontare complessivo ad aprile 2023 pesa per l’89,9% del valore aggiunto delle costruzioni (2021).
Nel corso dell’ultimo anno, la normativa incentivante per chi effettua lavori sugli edifici residenziali in grado di assicurare un efficientamento energetico è stata soggetta però ad una serie di modifiche ed alert con il risultato di una sempre maggiore difficoltà del sistema bancario nella gestione del meccanismo di cessione del credito. Ciò ha determinato la criticità dei crediti incagliati nei cassetti fiscali, ora sulla via della risoluzione, che ha comportato principalmente per le imprese delle Costruzioni dell’Isola il blocco dei cantieri, la riduzione del personale e la probabile chiusura. Criticità che si stima abbia messo a rischio oltre 11 mila posti di lavoro nelle Mpi del settore.
CRESCE L’OCCUPAZIONE NELLE COSTRUZIONI. Un segnale positivo arriva dal mercato del lavoro, poiché le Costruzioni ne hanno garantito la tenuta: il numero di occupati dell’intera economia della regione resta di poco sotto ai livelli precrisi (2019) (-0,3%) grazie unicamente al recupero, 2019-2022, dell’occupazione nelle Costruzioni (+48,4%) poiché, diversamente, per il Manifatturiero e i Servizi si rilevano dinamiche negative, per il primo del -4,4% e per il secondo del -2,3%. La performance dell’occupazione nelle Costruzioni nella fase di recupero post pandemia (2019-2022) posiziona la nostra regione prima nel ranking nazionale.
Tra le province con capacità di recupero dell’occupazione migliore della media nazionale 7 sono siciliane e 3 – Enna, Messina e Ragusa– figurano nella top 10.
Le ultime previsioni di Excelsior Unioncamere indicano per il comparto delle Costruzioni previsioni di assunzione nel trimestre giugno-agosto 2023 in salita del 9% rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente. Dinamica migliore rispetto a quella rilevata per il totale economia (+0,9%) ma in rallentamento rispetto a quella rilevata per il settore nel trimestre precedente (+46,2%).
FIGURE PROFESSIONALI DIFFICILI DA REPERIRE. Il tono positivo, seppur in rallentamento, della domanda di lavoro potrebbe essere indebolito dalla carenza di personale: la quota di entrate difficili da reperire si attesta al 52,0%, alzandosi al 54,7% per le imprese artigiane delle costruzioni. Le figure più difficili da trovare per le imprese siciliane del settore sono: muratori in pietra, mattoni, refrattari, elettricisti nelle costruzioni civili e professioni assimilate e tecnici della gestione di cantieri edili.
DIGITALE E GREEN. Rispetto alle trasformazioni in atto, digitale e green, si osserva che le imprese del settore prevedono un 19,7% di entrate con competenze digitali elevate, quota inferiore a quella prevista dal totale imprese (25,8%). Mentre il peso delle entrate di figure dotate di competenze green di alto livello si attesta al 47%, quota più alta di quella rilevata per gli altri settori.
NUMERO DI IMPRESE. Anche il dato sulle imprese da dimostrazione della vivacità del settore. Le imprese registrate del comparto Costruzioni in Sicilia sono 53mila, di cui il 41,3% pari a 22mila artigiane. Nel 2022 le iscrizioni di imprese artigiane (1.631) superano le cessazioni non d’ufficio (1.086) determinando un saldo positivo, sinonimo di ampliamento della base produttiva del settore, di 545 unità.
EDIFICI VECCHI E CLASSI ENERGETICHE. Rispetto al percorso previsto per il prossimo decennio dalla direttiva europea sugli edifici green è possibile stabilire il punto di partenza, per il nostro territorio, tenendo conto dei seguenti numeri: 87,5% edifici residenziali costruiti oltre 30 anni fa (prima del 1990), 26,2% di edifici residenziali in stato di conservazione mediocre-pessimo e 76,7% di edifici nelle classi energetiche meno efficienti (F-G). Tra le province quote maggiori di edifici in classi energetiche meno efficienti si rilevano a Enna (87,1%), Caltanissetta (81,6%) e Agrigento (81,5%).
ABUSIVISMO EDILIZIO. L’abusivismo edilizio è un fenomeno che conserva un peso rilevante nel Mezzogiorno dove l’indice è molto più alto (42,1 abitazioni abusive ogni 100 autorizzate nel Sud e 36,3 nelle Isole). La Sicilia seppur figura tra le prime regioni (4^) per più alto valore dell’indice con 48,2 abitazioni abusive ogni 100 autorizzate, nel 2022 registra l’indice più basso degli ultimi 8 anni.
La persistenza del fenomeno, nonostante il suo ridimensionamento negli ultimi anni, significa che una quota significativa della produzione edilizia continua a operare fuori dalla legalità. Nel frattempo, il mancato rispetto di piani urbanistici, vincoli di tutela e norme di sicurezza scarica costi altissimi sulla società in termini di degrado del paesaggio, rischio sismico e dissesto idrogeologico. Un rischio che va assolutamente e affrontato, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca che hanno visto come l’Emilia Romagna sia stata messa in ginocchio con alluvioni ed esondazioni che hanno portato a 14 morti e migliaia di sfollati.