Che la letteratura si sia servita come capoversi delle singole lettere per scrivere storie e saggi, non è una cosa nuova. Leonardo Sciascia, per esempio, nel suo “Alfabeto pirandelliano” pubblicato nel 1989 da Adelphi Edizioni, si affida alle lettere dell’alfabeto per una disanima dello scrittore e drammaturgo Luigi Pirandello. Sciascia, ricercando con certosina attenzione particolari che potessero rivelare la vita, l’opera e perfino i motivi  della fortuna letteraria del premio Nobel, come se a ciascuno di essi corrispondesse una lettera dell’alfabeto, ne affida il racconto seguendone, appunto, lo scorrere della A alla Z. 

“La storia infinita”, fortunato, fantastico libro per ragazzi di Michael Ende, la cui prima edizione, con legatura con copertina rigida in seta, fu stampata il 1º settembre 1979 dall’editoreThienemann Verlag, è composta da 26 capitoli decorati con altrettanti capilettera in rigoroso ordine alfabetico.

Giuseppe Maurizio Piscopo, maestro elementare da poco in pensione, ha voluto anch’egli cimentarsi per la prima volta attingendo al prezioso alfabeto, padre di tutte le scritture, usandolo come capoverso dei 26 capitoli che narrano altrettante storie che ha dedicato ai bambini, ai ragazzi e anche alle loro famiglie affinché fossero tutti, leggendole, proiettati in un mondo favolistico e quasi magico ma non avulso dalla realtà.

“La vita è un alfabeto”, finito di stampare il 18 aprile 2023  per Navarra Editore, è impreziosito dalla erudita  prefazione di Salvatore Ferlita ricca di  citazioni letterarie ben appropriate e stimolanti e le illustrazioni di Tiziana Viola-Massa che diventano vere e proprie narrazioni pittoriche che conferiscono un accattivante suggerimento alla lettura del libro.

Non si sottrae, dunque, Piscopo -autore di numerose altre pubblicazioni –  al suo animo da docente innamorato del lavoro svolto per tutta la vita con passione e dedizione, cercando – e siamo certi ci sia riuscito – di lasciare ai numerosi alunni non soltanto il ricordo delle ore, degli anni passati insieme tra i banchi di scuola, ma anche e soprattutto gli insegnamenti, faro della vita, di una vita piena di speranze, buoni propositi e di moralità. Insomma, un viatico per la crescita degli alunni e, perché no?, dei loro genitori.

Leggendo i capitoli, allora, ci sembra di trovarci tra i banchi della sua classe ad assorbire le pillole di saggezza che, sotto forma appunto di racconti, ci ricordano le parabole che, senza imporre nulla, raccontano della vita, di esperienze normali nello scorrere del tempo, probabili per ognuno di noi.

Parafrasando “La vita è un alfabeto” si può affermare che, esperienza su esperienza,così come le lettere dell’alfabeto, si impara giorno dopo giorno a crescere, a conoscere, a costruirsi un proprio percorso di moralità.

Ogni lettera dunque, nella sua sequenza alfabetica, narra uno spaccato di vita, un esempio, un racconto, una favola per comporre a ogni capitolo un insegnamento fino a giungere alla “Z generation” che vuol essere il buco della serratura, la finestra che affaccia su una problematica che non dà un finale alla storia ma interroga il lettore, stimolandolo a cercare dentro di sé una risposta.

In conclusione, come in alcuni dei libri di Giuseppe Maurizio Piscopo, non potevano mancare i rimandi sonori ad alcune sue musiche. E non a caso, come si legge tra le ultime pagine del libro, “La vita è un alfabeto in musica”. D’altronde, la musica si costruisce sulla base di sette note che, normalmente, in sequenza chiamiamo Do,Re,Mi,Fa, Sol, La, Si ma che, scompaginate come le lettere dell’alfabeto costruiscono milioni e milioni di combinazioni, di melodie che diventano armonia e che possono farci sognare, immaginare, soffrire oppure gioire.

Teresa Di Fresco