A otto anni di distanza da Canzoni allo specchio, Lucio Lazzaruolo e Raffaele Villanova tornano con un disco di svolta, che racchiude elementi del passato e anticipa nuovi orizzonti musicali. Archiviato definitivamente il prog dei primi tempi, Let Them Say esplora le possibilità di un crossover di varie influenze, dalla world music all’elettronica, tra influssi jazz e rock con equilibrio e godibilità. Inoltre in Let Them Say il Notturno torna all’antica formazione in duo aperta a varie collaborazioni, in una sorta di “working band” che annovera anche musicisti internazionali come la violinista Nadia Khomutova, l’americana Molly Joyce, la violoncellista Kaitlyn Raitz. Hanno partecipato anche il nuovo batterista Francesco Margherita insieme al precedente Simone Pizza, Luciano Aliperta e Giuseppe D’Alessio al basso e, presenza di assoluto prestigio, il gruppo vocale Gesualdo Consort diretto da Marco Berrini in Dei miei sospiri, che utilizza parti di un madrigale di Carlo Gesualdo (registrate dal vivo dallo stesso Notturno).
“L’aspetto che più risalta di questo nuovo disco è che è completamente strumentale, si basa su un mix di strumenti acustici (più che altro chitarre, ma anche batteria) ed elettronica. È un album che ha visto una sorta di lavoro a distanza con musicisti di varie nazionalità, l’aspetto ritmico è sempre molto presente. Insomma è piuttosto distante dal precedente Canzoni allo specchio”.
Il primo disco completamente strumentale in quasi quarant’anni di storia arriva con un titolo significativo: Let Them Say, “lasciali parlare”, il settimo album del Notturno Concertante, pubblicato da Luminol Records. E’ un disco importante per la storica formazione campana, attiva dall’alba degli anni ’80 come duo e poi evolutasi in anomala e singolare prog band, sempre attenta agli elementi acustici, alle tessiture eleganti e sofisticate, alle connessioni tra vari generi.
Negli otto anni di distanza tra un album e l’altro il Notturno non è stato immobile, ha sviluppato importanti collaborazioni in studio per colonne sonore e in spettacoli e progetti dal vivo: pensiamo a nomi come Giorgio Diritti, Ray Wilson, Giovanna Iorio, Lina Sastri, Pamela Villoresi, Daniela Poggi, Barbara Alberti. Anche questi confronti, oltre all’innata curiosità del gruppo, all’eclettismo e all’apertura a nuove influenze, hanno fatto maturare un distacco dal progressive delle origini, affrontato oggi in una nuova chiave, come dichiarano Lucio e Raffaele: “Se per progressive si intende un continuo sguardo all’indietro rivolto a un periodo ormai finito da tempo, con i riferimenti obbligati e quello che molti si aspettano (mellotron, chitarre sognanti, flauti sussurranti…) ormai non siamo più progressive, e da un bel pezzo. Se invece intendiamo il prog in un’accezione più ampia, come tentativo di tenere presente l’evoluzione della musica, di essere maggiormente personali, di incrociare vari generi musicali, rendendoli in modo equilibrato, allora siamo più prog che mai”.
Let Them Say è una sorta di album di ripartenza, che accompagnerà una nuova transizione per il Notturno Concertante, già al lavoro su un altro album probabilmente di nuovo strumentale, acustico, con il coinvolgimento ancora più marcato del nuovo batterista Francesco Margherita. Dopo un trentennio di attività discografica, il Notturno dialoga ancora una volta con i propri ascoltatori: “Crediamo e speriamo che il nostro pubblico sia aperto mentalmente, curioso di conoscere una proposta musicale che ha al suo interno tante influenze diverse, non ultima quel progressive che ancora ci piace”.
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