Mack Smith fu il primo storico a mettere in evidenza come l’unificazione d’Italia, operata a suon di baionette e atti burocratici, ebbe un alto costo di vite umane a svantaggio soprattutto del Sud d’Italia
L’11 luglio 2017 ci lasciava Denis Mack Smith. Prima da Cambridge e poi da Oxford, dedicò la sua carriera di storico all’Italia e la sua storia moderna. Grazie ad un approccio di rigorosa analisi dei documenti, Mack Smith ci ha offerto una nuova lettura del Risorgimento. Al mito, allora vigente, sulla formazione del nuovo Stato edulcorato con glorificazioni e patriottismo, Mack Smith fu il primo storico a mettere in evidenza come l’unificazione d’Italia, operata a suon di baionette e atti burocratici, ebbe un alto costo di vite umane a svantaggio soprattutto del Sud d’Italia. Nel 1992, quando uscì uno studio di Roger Absalom, “A strange alliance”, sui prigionieri britannici in Italia e sul loro “big escape” dopo l’8 settembre, Mack Smith pubblicò un vibrante articolo sul “Times Literary Supplement” e su “La Stampa” che terminava con un affondo polemico: “Molti (ex prigionieri) con ogni probabilità la maggior parte, non rividero mai più, per ringraziarli, coloro che li avevano aiutati. E le autorità britanniche si rivelarono davvero ingenerose nel non riconoscere, a guerra finita, l’assistenza che un grandissimo numero d’italiani aveva prestato con forte rischio personale”.
“La lettura dei libri di Mack Smith ha da sempre catturato la mia attenzione e quella dei miei coetanei sin dai nostri studi liceali. Ci rendevamo conto che finalmente il lavoro scrupoloso dello storico giungeva noi studenti in una forma di lettura leggera e chiara”. Così commenta il professor Federico Varese, professore e ricercatore presso il college Nuffield dell’ Università di Oxford, che continua con il ricordo: “Incontrai il Professor Mack Smith per la prima volta in Canada dove lui era sulle orme dei viaggi di Garibaldi, mi sorprese il suo modo gentile e la su disponibilità verso noi giovani studenti. Ora per le mie ricerche e per i miei studi sulla mafia il suo libro “Storia della Sicilia Medioevale e Moderna” – Laterza, 1970 – è una pietra miliare per tutti coloro che vogliono capire la situazione del Sud d’Italia. Lui riuscì a spiegare, come nessun altro storico, il passaggio dal mondo feudale al sistema capitalistico nella Sicilia agli inizi dell’ottocento: descrisse in modo mirabile come la vendita delle terre confiscate alla Chiesa pur aumentando il numero dei proprietari terrieri eliminò del tutto le terre di uso comune, riducendo alla miseria un gran numero di siciliani. Il governo incapace di gestire il mercato delle terre fu concausa di un evento epocale che portò alla nascita della Mafia. I suoi studi sono ancora molto importanti e imprescindibili per ogni studioso della storia d’Italia”. Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo, oltre al citato, le biografie su Garibaldi (Lerici, 1959), Vittorio Emanuele II(Laterza, 1972), Cavour (Bompiani, 1984), Mazzini (Rizzoli, 1994), Mussolini(Rizzoli, 1981), I Savoia re d’Italia(Rizzoli,1990) e Italia: Una Storia Moderna (University, Michigan Press, 1959).
Roberto Greco per referencepost.it