L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Milano, ha al centro un consorzio di quattro onlus, ‘Volontari senza frontiere‘, ‘Milano Solidale‘, ‘Amici di Madre Teresa‘ e ‘Area solidale‘, tutte operanti tra Lodi, Pavia e Parma
Undici misure cautelari a carico di altrettante persone, che avrebbero fatto parte di “un’organizzazione criminale dedita alla truffa e all’autoriciclaggio“, sono state eseguite in Lombardia e in Campania nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza di Lodi e coordinata dalla procura milanese, denominata ‘Fake Onlus‘. Le indagini del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del pm Gianluca Prisco vedono al centro, spiegano i finanzieri, “un pericoloso sodalizio criminale che si è stabilmente inserito nelle gare pubbliche per la gestione dell’emergenza migranti indette dalle Prefetture di Lodi, Pavia e Parma”. Coinvolto nell’inchiesta un consorzio di quattro onlus, ‘Volontari senza frontiere‘, ‘Milano Solidale‘, ‘Amici di Madre Teresa‘ e ‘Area solidale‘, tutte operanti tra Lodi, Pavia e Parma.
Nelle indagini durate due anni è stata accertata “la progressiva costituzione di Onlus Cooperative, collegate tra loro da mirati interscambi di cariche amministrative, appositamente costituite” per “partecipare ed aggiudicarsi le gare” indette dalle Prefetture dove offrivano “spesso, il prezzo più conveniente a ribasso, producendo a supporto documentazione non veritiera sui servizi offerti ai migranti”. L’alternarsi delle cariche rappresentative all’interno delle onlus, inoltre, nasceva “dalla necessità di partecipare ai bandi in modo da evitare che emergessero i precedenti penali di alcuni indagati”, che avrebbero rappresentato “una causa ostativa”. Le onlus coinvolte nell’inchiesta avrebbero quindi utilizzato falsi documenti per partecipare ai bandi pubblici relativi alla gestione dei servizi connessi all’accoglienza di centinaia di migranti. Dal 2014 ad oggi, le onlus e le cooperative sociali indagate così “hanno beneficiato, complessivamente, di somme pubbliche per oltre 7 milioni di euro ma la gestione economico-finanziaria ha permesso di far luce su un articolato e complesso sistema distrattivo di fondi pubblici”. Di questi, 4 milioni e mezzo di euro sarebbero stati utilizzati per “scopi personali” dai rappresentanti legali delle onlus indagate. Il consorzio ha partecipato, tra il 2014 e il 2018, a bandi indetti dalle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia. Inoltre, le onlus “risultano essere collegate a noti pluripregiudicati appartenenti alla ‘ndrangheta, i quali le hanno sfruttate per far ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza”. Veniva “attestata, falsamente, la possibilità-necessità di poter accedere ai benefici di legge attraverso l’assunzione presso le cooperative”, spiega la guardia di finanza. Nei confronti delle 11 persone arrestate, di cui una è finita in carcere, 5 ai domiciliari e 5 con obbligo di dimora, le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e all’autoriciclaggio. Allo stesso tempo, sono state eseguite numerose perquisizioni e anche il sequestro di un immobile. L’indagine nasce dall’analisi delle movimentazioni bancarie sui conti correnti intestati al un consorzio di onlus, le quali “dal 2014 al 2018, a fronte dei bonifici ordinati dai citati Uffici Territoriali del Governo in conseguenza degli appalti aggiudicati, hanno ottenuto illecitamente 7.497.256,26 euro di cui 4.586.981,27 utilizzati per scopi personali dai rappresentanti legali delle medesime Onlus”, spiega la guardia di finanza.
Fonte: skytg24