Torna a Palermo, ma per lui è oramai un’abitudine, Maurizio Ortolan ex ispettore di Polizia che, dal 1987 al 2013, ha fatto parte del Nucleo Centrale Anticrimine, gruppo specializzato nel contrasto alle mafie e nella cattura dei latitanti più pericolosi. Patrocinata dal Comune di Terrasini, sabato 29 giugno 2019, alle ore 18,30, presso la Biblioteca Comunale “Claudio Catalfio”, si terrà la presentazione, alla quale sarà possibile incontrare l’autore, del suo “ Io, sbirro a Palermo” edito da Melampo. Si tratta della storia vera di un poliziotto romano catapultato a Palermo a caccia dei grandi latitanti mafiosi negli anni più caldi della lotta a Cosa Nostra. Dialoga con l’autore Ario Mendolia, direttore del “No mafia Memorial Palermo”. Modera l’incontro Alessandro Catalfio. Durante la presentazione del libro Luciana Cusimano e Salvino ‘Brown’ calatabiano ne leggeranno alcuni brani.
L’incontro tra Ortolan e Palermo avviene nel 2005, quando viene aggregato alla Sezione Catturandi della Squadra Mobile. Vive, quindi gli intensi anni della Catturandi, quella che, proprio in quegli anni, portò a compimento molte catture. Fino al 2014 ha vissuto a Palermo, lavorando al “Duomo“, come veniva chiamato il commissariato cui fu aggregato. Il suo curriculum include, tra l’altro, anche diverse missioni in Germania, in Spagna, negli Stati Uniti, in Australia e due promozioni per merito straordinario per l’arresto di Bernardo Provenzano e Domenico Raccuglia, oltre a numerosi encomi. Ha raccolto le dichiarazioni di importanti collaboratori di giustizia, lavorando, tra gli altri, con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Agente di scorta di Francesco Marino Mannoia e di altri “pentiti” di mafia di peso, dattilografo con i giudici di Palermo durante gli interrogatori, interprete dei “pizzini” di Bernardo Provenzano, l’autore ci offre una testimonianza necessaria: inquadra da molto vicino i più importanti episodi della cronaca criminale italiana degli ultimi trent’anni. Illumina il confine non sempre netto tra bianco e nero nelle stanze fumose della polizia. E rende il giusto tributo ai numerosi uomini dello Stato che hanno fatto il proprio dovere, lontani dai riflettori.
Non si tratta di un romanzo e non è scritto con il piglio del saggio. E’ il racconto di due storie d’amore. La prima, quella che nasce per prima in Maurizio, è l’amore per il suo lavoro di poliziotto. L’altra storia d’amore è quella per Palermo, città di sussurri e grida. Ne emerge un racconto avvincente, appassionato, talvolta venato di sottile e amaro umorismo, che ci fa rivivere la prosaicità di ogni guerra: quando l’attimo dell’”azione” è preceduto da interminabili giornate di pedinamenti e intercettazioni passate a “studiare il nemico”, a estrarre prove e indizi da un segno all’apparenza insignificante, da un sussurro carpito al telefono, da un silenzio sospetto.