Il capo dello Stato, riferendosi al caso Procure, ha espresso “grande preoccupazione” per “un quadro sconcertante e inaccettabile”. Poi ha invitato il Csm a “provvedere ad adeguamenti delle proprie norme interne”. Ermini: “Ferita profonda”
“Oggi si volta pagina nella vita del Csm”. Sono queste le parole usate da Sergio Mattarella al plenum straordinario del Csm, che ha presieduto stamattina. Il presidente della Repubblica, riferendosi al caso Procure, ha espresso “grande preoccupazione“. “Quel che è emerso da un’inchiesta in corso ha disvelato un quadro sconcertante e inaccettabile“, ha detto. Poi ha invitato il Csm a “provvedere ad adeguamenti delle proprie norme interne, di organizzazione e di funzionamento“. È intervenuto anche il vicepresidente del Csm David Ermini, che ha parlato di una “ferita profonda e dolorosa” che “potrà guarire soltanto all’esito di un percorso lungo e faticoso“. Il presidente della Repubblica ha iniziato il suo intervento spiegando che “il saluto e gli auguri sono accompagnati da grande preoccupazione”. “Quanto avvenuto – ha sottolineato – ha prodotto conseguenze gravemente negative per il prestigio e per l’autorevolezza non soltanto di questo Consiglio, ma anche per il prestigio e l’autorevolezza dell’intero Ordine giudiziario, la cui credibilità e la cui capacità di riscuotere fiducia sono indispensabili al sistema costituzionale e alla vita della Repubblica”. “Il coacervo di manovre nascoste – ha detto Mattarella –, di tentativi di screditare altri magistrati, di millantata influenza, di pretesa di orientare inchieste e condizionare gli eventi, di convinzione di poter manovrare il Csm, di indebita partecipazione di esponenti di un diverso potere dello Stato, si manifesta in totale contrapposizione con i doveri basilari dell’Ordine giudiziario e con quel che i cittadini si attendono dalla Magistratura“.
Per il capo dello Stato, “oggi si volta pagina nella vita del Csm. La prima di un percorso di cui non ci si può nascondere difficoltà e fatica. Dimostrando la capacità di reagire con fermezza contro ogni forma di degenerazione“. Mattarella ha puntato l’attenzione sulla “esigenza di assoluta trasparenza e di rispetto rigoroso delle regole stabilite, nelle procedure e nelle deliberazioni”. “Tutta l’attività del Consiglio, ogni sua decisione, sarà guardata con grande attenzione critica e forse con qualche pregiudiziale diffidenza. Non può sorprendere che sia così e occorre essere ancor più consapevoli”. “Occorre far comprendere – ha aggiunto il presidente – che la Magistratura italiana (e il suo organo di governo autonomo, previsto dalla Costituzione) ha al proprio interno gli anticorpi necessari ed è in grado di assicurare, nelle proprie scelte, rigore e piena linearità”. Secondo Mattarella, comunque, “la reazione del Consiglio ha rappresentato il primo passo per il recupero della autorevolezza e della credibilità“. Mattarella ha anche invitato il Parlamento a fare le riforme. C’è la necessità, ha detto, “di modifiche normative, ritenute opportune e necessarie, in conformità alla Costituzione“. Ma, ha sottolineato, tocca “ad altre istituzioni discutere ed elaborare eventuali riforme che attengono a composizione e formazione del Csm”. Ma il Csm, ha aggiunto, “può – ed è più che opportuno, necessario – provvedere ad adeguamenti delle proprie norme interne, di organizzazione e di funzionamento, per assicurare, con maggiore e piena efficacia, ritmi ordinati nel rispetto delle scadenze, regole puntuali e trasparenza delle proprie deliberazioni”. Sulla “stagione di riforme sui temi della giustizia e dell’ordinamento giudiziario” che aspetta il Parlamento e il governo, Mattarella ha aggiunto: “Il presidente della Repubblica seguirà con attenzione questi percorsi, ma la Costituzione non gli attribuisce il compito di formulare ipotesi o avanzare proposte”.
Dopo Mattarella ha parlato anche David Ermini. “La ferita profonda e dolorosa”, derivante da quanto portato alla luce dall’inchiesta sulle nomine, “potrà guarire soltanto all’esito di un percorso lungo e faticoso”, ha detto il vicepresidente del Csm. Ma, ha aggiunto, “sono certo di poter affermare, con rinnovata fiducia, che essa non ha colpito le fondamenta del Consiglio superiore”. “La pronta reazione alle condotte dei singoli componenti disvelate dall’indagine della procura di Perugia – ha sottolineato – è stata necessaria ma non è sufficiente. Nel prossimo futuro il Csm sarà chiamato a dimostrare che è in grado di affermare la propria legittimazione agli occhi della magistratura e dei cittadini”, “assumendo ogni determinazione nell’interesse generale della giurisdizione e al riparo dall’influenza di interessi particolari e da logiche spartitorie e non trasparenti”. Il Plenum ha convalidato l’elezione dei due nuovi consiglieri togati, Giuseppe Marra e Ilaria Pepe, entrambi di Autonomia e Indipendenza, il gruppo di Piercamillo Davigo, che in questo modo raddoppia la sua rappresentanza a Palazzo dei Marescialli. I due togati subentrano a Gianluigi Morlini e Corrado Cartoni, due dei consiglieri che si sono dimessi perché i loro nomi figurano nell’inchiesta di Perugia sulle nomine ai vertici degli uffici.
Fonte: Skytg24