Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Approvato il decreto ‘Sblocca cantieri’. La norma sospende fino al 31 dicembre 2020, l’obbligo per i Comuni di fare gare attraverso le stazioni appaltanti

Alla fine, gliel’hanno fatta. Hanno abbassato l’asticella. Per i prossimi due anni le mafie e i vari ‘sistemi’ di potere socio-economico potranno di nuovo infilare i propri artigli nell’economia italiana. Via libera, al Senato, alla sospensione del Codice degli appalti prevista dal decreto ‘Sblocca cantieri’. La norma è stata approvata con 174 voti a favore, 55 contrari e 40 astenuti. La norma sospende fino al 31 dicembre 2020, l’obbligo per i Comuni di fare gare attraverso le stazioni appaltanti. Ma non solo, gli stessi Comuni non avranno più l’obbligo di scegliere i Commissari di gara tra gli esperti iscritti all’albo Anac. Resterà, invece, il limite ai subappalti per un massimo del 40% e l’obbligo di indicare la terna dei subappaltatori in sede di offerta per le gare sopra la soglia comunitaria. Questo cambio delle regole, annunciata da diverse settimane, permette al governo di evitare la crisi di cui si vocifera. Sembra essere stata decisiva la telefonata di Luigi Di Maio a Matteo Salvini. L’intesa tra i due è stata poi tradotta nei dettagli dai relatori del provvedimento in commissione e ha riguardato sostanzialmente la questione della sospensione del “Codice degli Appalti“.

Ancora una volta, l’asticella del ‘contratto di governo’ che regge questa maggioranza si è spostata verso quel partito che, su quegli scranni, ci vive da oltre vent’anni, la ‘Lega’ di Matteo Salvini. Non è mancato il salvagente lanciato dal ministro Tria che, nel minimizzare la normativa sospesa, dichiara: “Il Codice appalti è un’armatura costruita intorno alla normativa europea, che è più leggera e consente a tutti evidentemente di andare avanti”. Peccato che, a livello europeo, manchi ancora la legislazione che in Italia è già vigente da anni, frutto della complessiva sottovalutazione delle infiltrazioni di stampo mafioso nei paesi europei. Tra le varie dichiarazioni un denominatore comune “liberare da inutile burocrazia le imprese”. Sembra essere questa, la principale motivazione di questo (imm)motivato regalo alla criminalità organizzata che ha sempre approfittato degli scarsi controlli e delle inesistenti verifiche per crescere e moltiplicarsi. L’ultimo anno ci ha dimostrato che, oltre alla criminalità organizzata di stampo mafioso, dobbiamo cominciare a temere chi, estraneo alle organizzazioni, ne uso il sistema ed il modus-operandi per creare dei ‘sistemi’ alternativi per la gestione del poter e dei flussi economici. Ne abbiamo avuto prova con quello definito “Sistema Montante” che utilizzava l’antimafia come copertura agli illeciti creati e generati dal sistema e quella di cui si dibatte in questi giorni che riguarda alcuni magistrati che avevano creato, attorno a sé, una personale rete di scambi e favori tipicamente lobbistiche. Ora la palla tocca alle amministrazioni comunali, più fragili e con meno impatto istituzionale nei confronti del malaffare. Potrebbero fare delle scelte che continuano a tener conto dei limiti tolti, indipendentemente dal decreto “Sblocca cantieri”. Tutto ciò “in attesa di una nuova definizione delle regole per liberare da inutile burocrazia le imprese”, dichiarano in una nota congiunta i capigruppo al Senato della Lega e del M5S Massimiliano Romeo e Stefano Patuanelli. Intanto, le mafie ringraziano.

Roberto Greco per referencepost.it