Si sarebbe presentato in un cantiere edile a chiedere il pizzo forte del peso mafioso del proprio cognome
I carabinieri del Ros, con i militari del comando provinciale, hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta della Dda di Palermo nei confronti di Antonino Graviano, 40 anni, organico alla famiglia del mandamento di Brancaccio, che è accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di titolare di una impresa edile impegnata in lavori di ristrutturazione di un edificio che si trova nel quartiere palermitano di Brancaccio. Le indagini sono scattate a seguito della denuncia presentata dal titolare della impresa. I militari, nel corso di pedinamenti e intercettazioni, hanno constatato come Graviano chiedeva soldi all’impresa per il mantenimento dei detenuti. In una occasione i militari hanno documentato che, dopo l’arrivo di Graviano, tutti i dipendenti hanno lasciato il cantiere intimoriti a causa delle minacce rivolte. Il suo modus operandi di Antonino Graviano, rampollo di una dinastia mafiosa, era quello tipicamente usato da Cosa Nostra ossia per lavorare in tranquillità l’imprenditore doveva pagare il pizzo e i soldi erano destinati ai detenuti e/o alle loro famiglie. L’esito della perquisizione operata a casa di Graviano ha portato al sequestro di un revolver Smith & Wesson 357 Magnum con la matricola abrasa, munizioni, un chilo e mezzo fra marijuana e cocaina, l’occorrente per coltivare e confezionare la droga oltre ad una serie di documenti ritenuti di importante interesse investigativo.
(Ro.G.)