Le riprese sono state effettute a Rodi Garganico e a Peschici, in Puglia a causa lettere minatorie ricevute dalla Interfilm, la casa di produzione che ha mantenuto segrete le minacce
È questo il paradosso involontario quanto indicativo di Duisburg, il tv movie targato Rai Fiction-Iterfilm che, raccontando la strage ndranghetista che il 15 agosto 2007 insanguinò la città tedesca, è stato clamorosamente sloggiato proprio dalla Calabria in cui avrebbe dovuto essere girato, a causa delle “lettere minatorie ricevute dalla produzione“. Notizia che da sola basta a contraddire il motivo per cui il film è stato prodotto, ossia celebrare la Settimana della legalità e a prendere in contropiede per primi proprio i suoi realizzatori: la Rai, che nella persona della direttrice di Rai Fiction Andreatta si dice totalmente all’oscuro, come gli interpreti, tra cui il protagonista Daniele Liotti. “Nessuno ne sapeva nulla – conferma la produttrice Laurentina Guidotti – ma ora ve lo posso dire. Il film non abbiamo potuto girarlo a San Luca, in Calabria, ma siamo stati costretti a trasferirci in Puglia, a Rodi Garganico, Peschici e Vieste, perché abbiamo ricevuto delle minacce. Lettere minatorie che c’intimavano di tenerci alla larga”.
Ma è possibile che la Rai, che pure ha coprodotto Duisburg, e che forse avrebbe dovuto essere almeno informata della grave questione, non ne sapesse nulla? “Tinni Andreatta ne era all’oscuro. La decisione di girare altrove l’abbiamo presa in autonomia noi della Iterfilm” – conferma la Guidotti – “era nostro dovere mettere in sicurezza la produzione”. Ed ecco come la rivelazione, quasi incidentale, in un sol colpo muta il clima soddisfatto con cui ieri in viale Mazzini si celebrava attraverso il film di Enzo Monteleone, su Raiuno mercoledì 22 come una vittoria della legalità sulla malavita. La quale però, evidentemente, stavolta è stata più forte della legalità. “Quella contro la ndrangheta è una guerra fatta di battaglie – ha commentato Tinni Andreatta – E le indagini che hanno portato all’arresto del killer di Duisburg, autore della strage in cui perirono sei ragazzi calabresi fuori da un ristorante italiano, sono state una battaglia vinta. Per noi come servizio pubblico è fondamentale tenere vivo il ricordo di vittorie come questa. E contemporaneamente dimostrare che in Calabria le persone perbene sono la maggioranza”. Ma tv movie sul genere di Duisburg possono realmente contribuire ad accendere nelle coscienze il rifiuto dell’illegalità? “Certo. E se ne dovrebbero anzi girare di più – è la convinta replica di Daniele Liotti che nel film interpreta, sotto diverso nome, il poliziotto calabrese che catturò i responsabili dell’eccidio di Ferragosto – In un’epoca come la nostra, affascinata da prodotti che come Gomorra o Suburra esaltano solo le figure dei criminali, io dico: attenti. Dare troppo spazio a personaggi simili può fornire dei modelli sbagliati, pericolosi soprattutto per i ragazzi più giovani, magari proprio per quelli cresciuti nelle culture vicine a quelle mafiose. Forse noi italiani dobbiamo vergognarci per certi atteggiamenti di malcostume grazie ai quali siamo noti all’estero il nostro essere troppo furbetti, poco rispettosi, allergici all’ordine. Ma per fortuna prodotti come Duisburg raccontano di italiani perbene, invece, coraggiosi e umili. Quelli che genericamente chiamiamo servitori dello stato, e che nella realtà sono persone poco appariscenti ma abili, che per uno stipendio solo poco più che ministeriale lavorano giorno e notte, ed ogni giorno ed ogni notte rischiano la vita”.
Fonte: ilgiornale.it