Sabato 28 aprile 2018 ha avuto luogo il convegno “Emozioni o emoticon?”, promosso dal Distretto 108 Yb Sicilia – Zona 1 Lions Club ed organizzato nella sala conferenze di Villa Magnisi, a Palermo, sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Palermo.
Il convegno ha avuto il suo incipit con la proiezione di un breve filmato riepilogativo delle attività offerte dai Lions Club nel mondo.
A salutare il pubblico è stato il dottor Paolo Greco, Presidente della Zona 1 Lions Club.
La presentazione dei lavori e i saluti del comitato organizzatore sono stati affidati a Marcello Alessandra, presidente di Stupendamente, a Simonetta Casa, presidente del Lions Club Guglielmo II ed a Marika Tutino, Segretario di Lions Club Palermo Host, la quale ha ricordato come il convegno odierno sia una parte conclusiva di un percorso cominciato il giorno prima presso un liceo palermitano, nel cui dibattito sono stati coinvolti attivamente i ragazzi.
Moderatori Vincenzo Cavaliere e Yuri Di Liberto.
Il primo fra i relatori è stato il professor Carluccio Bonesso che ha simpaticamente iniziato il suo intervento su “La struttura delle emozioni” rivolgendosi al pubblico dicendo “Io vi sorrido e spero voi mi sorridiate”.
“L’interazione è un fatto comune a tutte le ricerche e attività, quindi tutto interagisce, le costellazioni, gli animali e quindi anche gli uomini. Se tutto è interazione è compito nostro analizzare la funzione interattiva delle emozioni”.
Il professore Bonesso ha parlato quindi di “timia”, distinguendo la “timia contingente”, che è la sequenza emotiva, la “timia cinestetica”, che investe il campo dell’umore e la “timia creativa” che riguarda la sfera della passione, cioè un’emozione senza input sensoriale che diventa iperfocalizzata e soffre di ipervalutazione. Analogamente a quanto fatto ad inizio dell’intervento, esso è stato concluso dal professore salutando il pubblico “vi sorrido e vi ringrazio”.
A seguire ha preso la parola Fabio Gabrielli il quale ha affrontato il tema “Antropologia della lacrima, escursioni filosofiche e letterarie. Misura e dismisura: l’altro come vertigine”; nella sua dotta e travolgente relazione il professor Gabrielli, abbracciando la storia della filosofia e del pensiero sociologico, ha approfondito il tema dell’anima, dell’io e del rapporto con l’altro.
“Le emoticon sono simboli, ossia una griglia categorizzata; bisogna capire se questa struttura crea un corto circuito nella comunicazione che genera un analfabetismo emotivo. Il pathos sta nell’origine: l’orientamento dell’anima è un insieme di vitalità, di grazia, incantesimo e stupore; noi sappiamo poco dell’universo ma quello che conosciamo ci lascia senza fiato”.
E dopo aver citato “Il canto dell’ebbro” tratto da “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche, il professor Gabrielli ha approfondito il tema della relazione: “Tutta la relazione è basata sul sentire, e l’amore, l’odio e la sensibilità vengono espresse in maniera compiuta ad esempio mediante il teatro che può intendersi come lo scongelamento delle passioni, in quanto parlando in terza persona ci si apre senza confini”.
L’altro è il “mai colonizzabile”, è il non controllabile che è protagonista di quella ”rottura di simmetria” che è la vita umana, caratterizzata dalla sua tipica mortalità la cui tensione è identificabile nel vacuum simbolico posto tra le dita dei due protagonisti della Creazione di Adamo, celebre affresco di Michelangelo facente parte della Cappella Sistina.
Subito dopo l’intervento di Umberto Macchi su “Opportunità e rischi dei social network. La conversione del linguaggio: questa sconosciuta”.
Sullo sfondo raffigurante la Torre di Babele il professor Macchi ha passato in rassegna dati statistici relativi all’utilizzo dei social network e di Facebook in particolare; quest’ultimo con i suoi like e i suoi post creano strumenti identificati come una continua ricerca di gratificazione immediata.
Facebook oggi sta emergendo sulla popolazione over 35 contestualmente a un incremento delle iscrizioni dei più giovani su Instagram; tre milioni di utenti italiani sono attivi sui social mediamente 2,5 ore al giorno, distribuite uniformemente dal risveglio fino a tarda notte prima di addormentarsi, dando così luogo ad una vita quotidiana scandita proprio dal social network.
Oltre alle foto ed ai video vi sono anche i giochi che consentono le chat; questa pratica consente di inculcare la metodologia del mondo social anche nei bambini quindi che involontariamente ed in maniera automatica e naturale mentre giocano, si trovano già inseriti in un contesto precostituito. Citando il principio cardine della termodinamica secondo il quale tutto si trasforma e niente si crea e niente si distrugge, anche la comunicazione digitale non è, a ben guardare, una novità assoluta bensì una reinterpretazione di un processo storico che perdura da tanti anni, dall’invenzione della televisione, della radio, del computer, del cinema e della diffusione stessa del quotidiano stampato; anche le stesse emoticon non sono nuove, basti infatti leggere le lettere di Lincoln nelle quali utilizzava dei pittogrammi.
Oggi ci siamo trasformando dall’essere uomo “nativo analogico” a “migrante digitale”; in conclusione per il professor Macchi “Facebook non è un male assoluto come non sono il male assoluto i giovani, bisogna studiare a fondo gli strumenti, conoscerli e fare in modo che le novità e le nuove condizioni di vita generate dalle moderne tecnologie, quali la robotica, possano interagire con l’uomo e come possano positivamente cambiargli la vita”.
L’ultimo intervento, sul tema “Cyber-bullismo: gli adolescenti e internet” è stato a cura del professor Daniele La Barbera: “Viviamo in un mondo sempre con più informazioni e meno significato e con una superficialità promiscua inserita in un vortice di segnali vuoti. Il percorso che stiamo vivendo è un po’ l’evoluzione da un ”Life as a screen” a un “Life On the screen”, ricordando il libro di Sherry Turkle scritto all’inizio della rivoluzione della comunicazione avvenuta nei primi anni ’90.
Una delle conseguenze di questa forma comunicativa è il cosiddetto cyberbullismo, che sta generando un vero e proprio allarme adolescenza.
Il cyberbullismo, con i suoi elementi tipici ossia il protagonismo e il sadismo, viene messo in atto mediante l’uso distorto di mail, sms, chat e social.
Si ritiene che più di un ragazzo su quattro sia stato bullizzato tramite questi strumenti tecnologici che non risultano mai essere veramente passivi. “È lo strumento che piega noi al suo utilizzo in modo imprevedibile, e la prova ne è il fatto che oggi usiamo il cellulare per cose assolutamente impensabili, quindi ne deduciamo che gli strumenti in realtà non sono né neutri né passivi”.
Il cyberbullismo, purtroppo, continua anche oltre la chiusura quotidiana dei cancelli scolastici e prosegue nella vita personale e privata con la sua spettacolarizzazione della violenza e della vergogna: “Siamo di fronte ad una vasta e profonda emergenza educativa in quanto i nostri modelli tradizionali non sono più adeguati a fronteggiare il cambiamento costante causato da un mutamento crescente di sensibilità, di necessità e di offerta tecnologica”.
“L’alfabetizzazione tecnologica deve avvenire dopo l’alfabetizzazione emotiva” ha ricordato con forza il professore La Barbera, pensando come in USA il 30% dei bimbi sotto un anno abbia già dimestichezza con un display, prima ancora di imparare a parlare o a comunicare. Questo modello plasma il cervello a uso e consumo dell’immediatezza della gratificazione della risposta; si assiste così ad un collasso gerarchico-funzionale ed organizzativo.
“Questo eccesso di vicinanza e di connessione non può che generare lontananza e disconnessione” ha sostenuto La Barbera: kronos e kairos, ossia rispettivamente tempo sequenziale, logico e lineare, e tempo ciclico, topico e delle ricorrenze; viviamo una patologia del tempo immerso in una cultura narcisistica, perdendo di fatto il tempo direzionato verso un obiettivo, il cosiddetto skopos, che dal kronos ci porta al kairos.
Il professore Yuri Di Liberto, nel presentare il successivo relatore, ha ricordato come nel linguaggio poetico il poeta metta in scacco la lingua, al pari dell’attività onirica, del lapsus o di altri fenomeni psicologici.
E proprio il poeta Francesco Di Franco, parlando di “Poesia in epoca social”, ha ricordato come “il social sia oggi alla portata di tutti con i pregi e le devastanti conseguenze. Hegel direbbe che la vita è uno scontro e un incontro che genera consapevolezza e che porta alle conseguenze”. Dalle parole del poeta Di Franco è emerso come poesis non sia altro che il tentativo di tradurre se stessi e la propria sfera emotiva, mettendo in rapporto l’io con gli altri, cambiando la direzione della nostra vita e diversificandola nei diversi aspetti.
A seguire Francesco Di Franco ha letto una sua poesia dal quale estraiamo il seguente brano:
“Celebrazione di secrezioni / indizi del fiutare / odori sterzano sulle cavità nasali / la regressione delle altre essenze / evadono altre voglie di annusare / invaso da neo fragranze immaginarie / compulsioni di respiri negli sbandi / in un clan di neuroni vagabondi / aumento di volume polmonare”.
A seguire Cavaliere e Di Liberto hanno condotto un breve face to face nel quale si sono confrontati sul tema odierno Fabio Gabrielli e Umberto Macchi che, con visioni e percezioni diverse, hanno ulteriormente fatto luce sul nostro mondo che sta velocemente cambiando e che mette in contrapposizione il business con l’economia, il bisogno con il desiderio, il logos con la metis e quindi il ragionamento con l’emozione.
Nel dibattito conclusivo è inserito un Focused question time con Mila Spicola e don Gaetano Ceravolo.
“Non bastano più gli studi psicologici e pedagogici fatti in precedenza, in quanto tutto è in cambiamento e in evoluzione” ha detto Mila spicola. E dopo aver citato il libro “Il signore delle mosche” ha ricordato come stiamo lasciando i nostri figli nella rete da soli, senza adulti e senza genitori, perché proprio i genitori non conoscono questi strumenti a fondo” e ha continuato: “i giovani non sono peggiori di quelli di ieri, sono semplicemente ragazzi che necessitano di una corretta educazione digitale. Dove c’è l’uomo c’è relazione, quindi cominciamo a maturare la definizione di rete come luogo di relazione umana. La tecnologia non è “metro” ma “medium”; essa va conosciuta per essere governata altrimenti ne saremo governati. La tecnologia non va né esorcizzata né demonizzata”
Si stima che gli studenti italiani stiano sui social circa sei ore al giorno aumentando così il rischio di bullismo per sconfiggere il quale serve un pluralismo sempre più rispettoso delle diversità. “Questo dovrà essere il compito fondamentale della scuola e della famiglia, ossia ricerca di diversità e confronto su diversi punti di vista profondamente divergenti”.
Don Gaetano Ceravolo, Reggente del Santuario di Montepellegrino a Palermo, per dare forza al messaggio sull’altruismo e sulla diversità ha narrato due episodi della sua vita che vedono protagonisti un fornaio e un pizzaiolo: il primo incideva il nome del cliente sulla pagnotta, il secondo aggiungeva spontaneamente un ingrediente gradito da chi aveva ordinato la pizza: due esempi di ciò che don Ceravolo chiama “ fare qualcosa per”, ossia imparare a rubare il tempo per noi e per gli altri ridonando l’immenso valore del tempo da dedicare alla vita, agli altri e al creato.
Prima di compilare il test di valutazione E.C.M. e di avviarci alla chiusura dei lavori, l’intervento conclusivo è stato a cura di Vincenzo Leone, Primo Vice Governatore Lions Distretto 108Yb il quale ha detto: “Ci arrivano degli input che sono inquietanti e che non sempre riusciamo a decifrare e non sempre ci soffermiamo per utilizzarli con lo scopo di migliorare la nostra vita e quella di chi ci circonda. Il bullismo e il cyberbullismo vanno combattuti soprattutto a scuola e in famiglia. Se quello che abbiamo detto oggi finisce oggi stesso, allora non abbiamo fatto niente. Spero che questa emergenza educativa, di cui i Lions si fanno carico e ne condividono gli scopi, possa considerarsi presto rientrata”.
Prima del commiato la consueta consegna della targa di partecipazione ai relatori. Dopo i saluti finali, il pomeriggio si è concluso con un succulento Light lunch nella consapevolezza che vi è una necessità di rinnovamento del nostro linguaggio ma con la certezza che per dominare questi nuovi strumenti dobbiamo innanzitutto conoscerli. Il tema affrontato dai prestigiosi relatori in questo convegno organizzato da Lions Club, Stupendamente, Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Palermo e dall’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, è oltremodo importante e al contempo delicato perché se da un lato i moderni strumenti ci facilitano la comunicazione, dall’altro consentono un impoverimento dei rapporti umani, dove vien meno tutto il corredo paraverbale e prosaico legato all’espressività di tipo diretto che rende unica la comunicazione.
Carlo Guidotti per Referencepost.it (articolo e foto)